REDAZIONE UMBRIA

"Che grande emozione riaprire il locale alla gente"

I titolari delle discoteche commentano le prime due serate di riapertura

"Abbiamo riaperto venerdì, ed è stata come la prima volta, un’emozione grandissima!". Stefano Serra, il titolare del “Brooklyn” di Ponte Valleceppi non trattiene l’entusiasmo. Dopo venti mesi il suo locale può tornare ad accendere le luci, alzare il volume della musica e accogliere gli appassionati di liscio che avevano messo le scarpe da ballo in soffitta. Con la massima cautela però. La capienza dei locali è stabilita, per decreto, al 50% del totale e i ballerini dovranno tenere le mascherine fuori dalla pista. "E’ un grande sforzo rispettare le linee guida, ma è l’unico modo per ripartire – dice Serra –. Quando si parla di salute, come in questo caso, bisogna essere ligi alle regole". Per la ripartenza Stefano si è dotato di personale che controlla i green pass e il numero delle persone all’ingresso. "Si può accedere al locale solo tramite la prenotazione del tavolo, in questo modo abbiamo sotto controllo le persone che programmano la serata da noi. Raggiunta quota 400 chiudiamo le prenotazioni. Una gran fatica ma confido nel fatto che nei prossimi mesi il governo ci permetterà di aprire al massimo delle nostre capienze". Con i suoi 1400 metri quadrati di sala il Brooklyn potrebbe accogliere 825 persone. Per il momento il locale considera già un successo la riapertura dopo 5 giorni dal provvedimento del governo. " E’ stata una corsa contro il tempo. Ma i risultati ripagano. Ho molto apprezzato l’educazione dei miei ospiti. Hanno tutti fatto la fila all’ingresso, e hanno poi tenuto tutti la mascherina ai tavoli. Ho dovuto rimandare qualcuno a casa perchè senza green pass, ma non ci sono stati grossi problemi. Si sente la voglia di ripartire". Anche il “Ciao Ciao Dancing” di Tuoro ha già spinto i ballerini del lago a lucidare le scarpe. Venerdì ha inaugurato la stagione con una “serata pilota” e sabato via all’ufficialità. "Abbiamo predisposto una sala con l’orchestra ed un’altra con il Dj" dice Antonio Capecchi (nella foto con il socio Marco Bernasconi).. "Prima facevamo quattro serate a settimana, è stato un trauma per noi tenere chiusi. Fortunatamente i locali sono di nostra proprietà".

A. Papalia