Ceri Mezzani, che Festa. Emozioni, passione e fede: tutto sulle spalle dei ragazzi

Gubbio ha vissuto un’altra giornata coinvolgente e densa di fascino. Le radici dell’identità cittadina passano da una generazione all’altra.

Ceri Mezzani, che Festa. Emozioni, passione e fede: tutto sulle spalle dei ragazzi

Ceri Mezzani, che Festa. Emozioni, passione e fede: tutto sulle spalle dei ragazzi

Ancora una giornata di emozioni, di folclore, di colori, suggestioni uniche con la Festa dei Ceri Mezzani dedicata ai “ceraioli” di un domani ormai prossimo. Ripropone personaggi, cerimonie e riti del quindici maggio, interpretati con la stessa abilità e tensione a conferma di un patrimonio genetico che fa parte della identità e delle radici di un popolo, motivato nel rinnovare annualmente in forma originale, ma autentica, il proprio affetto nei confronti del Patrono Sant’Ubaldo.

Una giornata cominciata presto con la sveglia della città, del primo e secondo capitano Emanuele Fiordelli e Daniele Brunetti, del trombettiere Alessandro Mercorella, dell’alfiere Diego Biccari, dei capodieci, nell’ordine, Riccardo Ciacci, Daniele Giombini e Pietro Sannipoli.

La commovente visita al Cimitero, la Messa nella Chiesa dei Muratori, le sfilate che introducono l’Alzata, quando i ceri si propongono in tutta la loro maestosià. Un momento delicato ed insidioso, tradotto ancora un volta in autentico spettacolo in una piazza gremita e coinvolta, inondata dal suono del campanone e delle chiarine.

Quindi il via alla “mostra”, senza dimenticare – gesto importante – di un atto di cortesia “ceraiola”. Al termine la sosta sui “ceppi” di Via Savelli della Porta, opera dell’artista Gaetano Agostinelli.

È un attimo di pausa che si esalta alle 18 con la Corsa, condotta dai giovani con la consueta esplosività in maniera impeccabile, eccezion fatta per tre cadute di Sant’Antonio, all’altezza della Farmacia, dell’ex Inam e sul primo stradone, con Sant’Ubaldo che è riuscito tranquillamente a chiudere il portone.