Ceri, l’emozione di Capodieci e tamburini

Gubbio, frenetiche ore di vigilia per il ritorno della Festa. La città è pronta, già testate le misure di sicurezza. Si riparte all’alba di domani

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La città e non solo vive con una particolare frenesia le ore che la separano dalla "Festa dei Ceri". Tutto è ormai pronto per tornare a rinnovare con i "Ceri" di S. Ubaldo, San Giorgio e S.Antonio l’atto di amore e devozione al Patrono S. Ubaldo, come avviene da oltre ottocento anni il 15 maggio, alla vigilia della sua morte, avvenuta il 16 maggio 1160. Una giornata piena ed intensa che comincia prestissimo, alle prime luci dell’alba, e va avanti fino a tarda sera attraverso cerimonie singolari e suggestive, ricche di significato. Il la alle 5.45 con i "tamburini", che svegliano, si fa per dire, la città, ed i personaggi di riferimento; il I° e 2° Capitano Eduardo Amedei e Paolo Procacci, il trombettiere Marco Tasso, i "capodieci" Alessandro Nicchi (S.Ubaldo), Fabio Uccellani (San Giorgio) e Andrea Tomassini (S.Antonio), ormai entrati pienamente in un ruolo sfuggito per due anni. Alle 6.45 la visita al cimitero per ricordare i ceraioli defunti e rinnovare loro affetto e gratitudine per aver contribuito a garantire e tramandare la Festa ed i suoi valori. Alle 7.45 la messa nella chiesa di San Francesco della Pace, detta anche dei "Muratori", a richiamare le radici della festa. Al termine l’estrazione dal " bussolo" dei Soci dell’Università dei Muratori, depositaria della manifestazione, del primo e secondo Capitano per il 2024. Si estraggono di due anni in due anni; per il 2023 toccherà ad Eric Nicchi e Roberto Pierotti. A seguire il trasferimento delle statue dei Santi nel salone dell’arengo del Palazzo dei Consoli, dove i "Ceri" sono in attesa dalla prima domenica di maggio, e da allora al centro di un autentico pellegrinaggio. Alle 9.45 raduno a borgo Santa Lucia, distribuzione del "mazzolin dei fiori", sfilata generale di autorità e ceraioli fino a Piazza Grande, dove alle 11.15, in un caleidoscopio di colori (giallo, azzurro e nero, quello delle camice dei ceraioli rispettivamente di S.Uballdo, S.Giorgio, S.Antonio che richiamano le mantelline dei santi), al suono del Campanone la spettacolare "alzata" attraverso la quale, con azioni coordinate dai capodieci, ceri, santi, barelle trovano la sintesi nelle grandiose "architetture" che di li a poco, precedute dal lancio delle "brocche", domineranno tutto e tutti con la loro imponente verticalità. A seguire la mostra per le vie della città, la sosta in via savelli; una pausa in attesa, alle 18, corsa finale dopo la benedizione del Vescovo all’inizio dei "Neri". Una fase incredibile di coraggio e di audacia, di abilità e sofferenza consapevole, di incredibile esaltazione. Finchè tutto si compie con l’arrivo nella Basilica di S.Ubaldo e l’omaggio al Patrono. Con il conto alla rovescia che ricomincia.

G.B.