Cassa di risparmio condannata Il Tribunale dà ragione alla cliente

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Cassa di risparmio di Orvieto condannata per aver venduto le azioni della Banca Popolare di Bari ad una cliente che non sarebbe stata informata dei rischi collegati a quel tipo di investimento. Ad emettere la sentenza è stato il Tribunale di Viterbo che ha confermato in Appello una analoga sentenza emessa dal giudice di pace, il quale aveva riconosciuto le ragioni della risparmiatrice e contro la quale avevano presentato ricorso i legali della banca. Pur trattandosi di un contenzioso modesto, di circa 4mila euro, la sentenza assume una notevole importanza perché si riferisce alla vicenda delle azioni che la Popolare di Bari, all’epoca dei fatti socio di controllo della Cassa di risparmio di Orvieto, emise tra il 2014 ed il 2015 e che vennero collocate sul mercato attraverso la rete delle filiali della stessa Cassa orvietana ad una platea stimata in almeno 50mila clienti tra Umbria, Lazio e Toscana, ovvero le regioni in cui la Cassa è presente con i propri sportelli. La Popolare aveva successivamente svalutato quelle azioni che i possessori avevano faticato a vendere mentre chi lo ha fatto ha perso gran parte del capitale. Una stima ufficiale aveva valutato in circa 86 milioni di euro la somma che sarebbe stata persa da una miriade di sottoscrittori, a volte piccoli o piccolissimi risparmiatori.

L’avvocato Leonardo Di Russo (nella foto) che ha vinto la causa per la sua assistita spiega:"Il giudice ha imposto alla banca la restituzione dei dividendi, condannandola anche al pagamento delle spese legali nei confronti della cliente. La sentenza di primo grado aveva invece già disposto la restituzione del capitale investito. Si tratta di un ennesimo pronunciamento favorevole agli azionisti che hanno visto evaporare integralmente il loro investimento. La motivazione della sentenza del Tribunale viterbese fa anche riferimento al fatto che ’non risulta dimostrato che l’investitrice sia stata effettivamente e concretamente informata sulla natura dell’operazione finanziaria e sui rischi ad essa connessi’.La pronuncia segue la scia di numerose sentenze rese dai Tribunali di Bari, Brindisi, Santa Maria Capua Vetere e Castrovillari". Il Tribunale di Terni è quello di fronte al quale è pendente il maggior numero di queste cause ma, come aggiunge lo stesso Di Russo, "nonostante un orientamento della Cassazione a favore dei clienti delle banche, ancora non ci sono sentenze analoghe a quelle emesse in altri sedi di giustizia". Cla.Lat.