Caso-Palamara: è un umbro il super teste

Avrebbe organizzato un incontro tra l’ex magistrato e l’imprenditore Centofanti che ha ammesso di aver sponsorizzato la toga

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L’imprenditore Fabrizio Centofanti, l’uomo degli ’intrighi’ delle toghe si è presentato davanti ai pm della procura di Perugia – Gemma Miliani e Mario Formisano – per rendere spontanee dichiarazioni (il primo e il 9 giugno scorsi) nell’ambito dell’inchiesta per corruzione in cui è imputato insieme all’ex magistrato Luca Palamara (foto). Facendo – secondo quanto si apprende – parecchie ammissioni, in particolare in relazione alle cene sponsarizzate in alcuni ristoranti romani per decidere a tavolino le nomine degli uffici giudiziari più delicati d’Italia. Una decisione che ha indotto Centofanti (stamattina imputato a Perugia nell’ambito dell’indagine-bis a carico suo, all’ex procuratore generale della Cassazione Riccardo Fuzio, e dell’ex pm di Roma Stefano Rocco Fava per concorso in rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio) a prospettare la possibilità di chiedere il patteggiamento.

A riscontro di quelle dichiarazioni, depositate nelle ultime ore, i pm hanno delegato la guardia di finanza a sentire alcuni ristoratori e organizzatori di eventi.

Tra questi anche lo spoletino Alessandro Casali, manager locale, ’adottato’ dalla capitale, che, in particolare, avrebbe favorito un incontro nel 2019 (dopo l’arresto di Centofanti) tra l’allora consigliere del Csm e l’imprenditore.

Proprio Casali è indicato – insieme ad altre tre persone – come uno dei teste-chiave a riscontro dei verbali resi da Centofanti per la prima volta davanti all’autorità giudiziaria.

Il suo nome era già emerso nelle chat sequestrate al magistrato. Tra le tante per fissare incontri, ce n’è una del 29 maggio 2019, il giorno della perquisizione-choc a Palamara in cui il manager umbro scrive: "Fratello mio, ci sono dei momenti dove siamo Martelli e momenti dove siamo incudine ...importante è guardare avanti e non mollare mai!!!!!!!! Con l’affetto e la stima di sempre, Tvb Ale".

"L’incontro non posso confermarlo, né smentirlo perché il verbale è stato secretato", spiega a ’La Nazione’, aggiungendo di avere con l’ex magistrato un rapporto di "amicizia" nato in seguito all’organizzazione di convegni giuridici e di conoscere invece l’imprenditore Centofanti nell’ambito di comuni interessi familiari.

Il nome di Centofanti ricorre anche nell’indagine che ha portato in carcere l’avvocato dei misteri, Piero Amara. Lo stesso sentito dalla procura perugina – diretta da Raffaele Cantone – che sta cercando di dipanare almeno una parte importante della complessa matassa del sistema giudiziario italiano, partendo dal Csm, passando per la presunta loggia "Ungheria".

Eri.P.