
Caso Barbetti, lite in aula: "Voglio scuse pubbliche . È stata diffamata la città"
"Scuse pubbliche o procederemo a tutela del buon nome della città". La polemica sulla ‘censura’ ai danni della consigliera Pd Rita Barbetti in merito alla presentazione del libro “Le forbici di Atropo“ arriva in Consiglio comunale e fa alzare la tensione nelle fasi delle comunicazioni. L’intervento più atteso era quello del sindaco Stefano Zuccarini. A riscaldare subito l’aria però ci pensa il capogruppo della Lega, Riccardo Polli: "Si è gettato fango su questa amministrazione, chi voleva raggiungere l’obiettivo della presentazione non si comportava così. Avete gettato fango sull’amministrazione e sulla Biblioteca". Prima difesa di Barbetti: "Si poteva dire che è stato un errore di comunicazione, un’incomprensione. Potevate anche affermare che la sala era disponibile. Vergogna nel dire che mi sia inventata tutto". "Troppo comodo parlare di veti senza fare nomi o cognomi, noi abbiamo saputo di questo dalla stampa", ha ribadito Mauro Malaridotto, consigliere e segretario della Lega. Molto atteso anche l’intervento dell’assessore alla cultura, Decio Barili: "E’ una gazzarra avvilente. Prendo atto che non ha intenzione di fare i nomi. Noi abbiamo espresso una chiara posizione: non sapevamo dell’esistenza di questa questione. Abbiamo però chiesto a Barbetti di uscire dal contesto di insopportabile allusività e non lo ha fatto. È una vicenda risibile che poteva essere risolta se con umiltà e trasparenza avesse chiamato l’assessore. Potremmo andare insieme a presentare qualunque romanzo. Mai mi sono sognato di porre veti".
Quindi l’attacco: "Avvilente vicenda perché le affermazioni diffamatorie di qualcuno fanno soffrire la Biblioteca che ha raggiunto importanti livelli". Il tutto con il riferimento ad un video social di uno dei due autori. Barbetti ha quindi sottolineato che le frasi di apertura di Barili sarebbero dovute arrivare prima. Sulla stessa linea di Barili, il sindaco: "E’ stata diffamata la città. La situazione si poteva gestire in altri modi ed è stata scelta la strumentalizzazione, senza scrupoli Noi difendiamo i nostri dipendenti, anche quando sbagliano. Questa è invece diventata una strumentalizzazione politica. Servono dunque scuse pubbliche, o procederemo a tutela del buon nome della città".
Alessandro Orfei