MICHELE NUCCI
Cronaca

Caponi il ‘comunista’: "Le strade? Un’emergenza . E sull’urbanistica non siamo stati brillanti"

L’ex senatore in campo con il Pci per la corsa a sindaco di Perugia: "Il modello centri residenziali e commerciali ha funzionato in passato, ma va superato. Al ballottaggio? Vedremo, ma il centrosinistra ci ignora".

Caponi il ‘comunista’: "Le strade? Un’emergenza . E sull’urbanistica  non siamo stati brillanti"

Caponi il ‘comunista’: "Le strade? Un’emergenza . E sull’urbanistica non siamo stati brillanti"

Leonardo Caponi, quali sono le richieste principali che le fanno i perugini quando li incontra?

"Le due questioni maggiormente sentite sono lo stato rovinoso delle strade e le intollerabili file per gli esami medici. Noi approveremo un Piano pluriennale per il rifacimento del manto stradale e uno per l’arredo e la manutenzione urbana poiché vie, marciapiedi, mura urbiche sono ridotte in uno stato pietoso. Rifaremo poi una convenzione con l’Agenzia forestale per riprendere la cura dei parchi. La nostra Amministrazione inoltre, pur non vantando una specifica competenza, concorrerà al potenziamento e alla necessaria estensione della sanità pubblica con quello che vorremmo fosse un impetuoso sviluppo dei servizi sociali e assistenziali. Tutto questo presuppone, e siamo gli unici a porsi questo problema, la ricerca di risorse aggiuntive a quelle tradizionali sul bilancio del Comune".

Quanto è ancora forte in lei la passione politica dato che ha deciso di scendere in campo in uno scenario che per un partito come il suo non è certo dei più favorevoli?

"I sindaci non si inventano. Per fare un’operazione ci vuole un chirurgo, non una persona senza professionalità. Insieme ad altri abbiamo deciso di mettere la mia esperienza politica e amministrativa al servizio della nostra città. Dalla politica non ci si dimette e io non mi dimetterò mai dalla passione politica che ho da una vita. A ben vedere l’elemento di maggiore differenza della nostra lista dalle altre è che noi abbiamo una merce che oggi è così rara da essere quasi introvabile: un ideale. L’ideale di poter, ancora, cambiare il mondo".

Lei è molto critico nei confronti delle scelte urbanistiche e commerciali di questa città, ma non potrà negare che alcune decisioni vennero prese quando la sua area politica faceva parte del governo cittadino e regionale…

"È vero, anche il centrosinistra negli ultimi decenni, è stato protagonista di pagine non brillanti dell’urbanistica perugina. Monteluce per citarne una (io all’epoca non avevo responsabilità). Il modello centri residenziali e commerciali ha funzionato per una fase del passato, ma oggi va decisamente superato poiché genera una città disarticolata, lo svuotamento del centro storico, una espansione ’povera’, bassi salari, scarsa qualità del lavoro, alto costo della vita. Noi siamo contrari senza incertezze all’Arena Curi, al raddoppio dell’Ipercoop di Collestrada e ad altri insediamenti del genere. Il Polo progressista, quando smette di raccontare fiabe, procede tra ermetismi, incertezze e ambiguità. Noi siamo per una ipotesi di reindustrializzazione di qualità nel campo della impresa ad alta tecnologia, per il sostegno all’artigianato e ai negozi di prossimità. Un modo diverso di produrre ricchezza non solo per i grandi mercanti, ma per i cittadini".

Se dovesse apparentarsi a un ipotetico ballottaggio, con chi lo farebbe?

"Mi pare un discorso prematuro. Noi siamo alternativi ai due schieramenti. Vedremo, se si arriverà al ballottaggio, come e se esisteranno le condizioni programmatiche per un rapporto col polo progressista. Registro che fino ad oggi loro ci hanno ignorato e hanno contato sul fatto che non esistessimo, perché prendere i voti da una lista comunista gli avrebbe compromesso i rapporti col centro moderato che è quello al quale guardano".

Ci dice perché è contrario al Nodino?

"Perché non serve a niente. Non risolve la questione di alleggerire il traffico tra Ponte San Giovanni e Corciano che è il grande problema della città. Sarebbe un’ altro inutile e inquinante consumo di territorio. Propongo invece di riprendere in considerazione il vecchio progetto della Gronda Nord".

Che idea si è fatto sul Nuovo Curi? Che ne pensa del fatto che il centrodestra abbia candidato uno degli imprenditori della società che ha presentato il progetto?

"Lo stadio va rifatto e noi ci impegneremo a trovare risorse aggiuntive a quelle che già ci sono per realizzarlo e mantenerlo di uso e proprietà pubblica, così come mi impegnerò, nei limiti istituzionali, a trovare una nuova proprietà della squadra di calcio. L’Arena Curi è un’altra cosa, una città nella città, altre decine di migliaia di metri cubi, che avrebbe un impatto devastante (addio vocazione ambientale) e che renderebbe vacue e inutili giaculatorie tutti i buoni proponimenti sulla ripresa del centro storico. Sull’Arena Curi Srl penso male del centrodestra, ma anche il cartello elettorale progressista è reticente".

Dica una cosa che davvero non le piace del centro storico e quale sarebbe la prima mossa concreta che metterebbe in atto?

"Il primo intervento per il centro storico va fatto fuori dal centro storico: consiste nello smettere di costruire all’esterno nuovi poli di attrazione come quelli che abbiamo detto. La chiave è uscire dalla strategia delle grandi manifestazioni occasionali e passare al ’ripopolamento’ del centro reinsediando residenti e funzioni amministrative e produttive. Io propongo di fare nelle vecchie carceri non la cittadella giudiziaria, ma appartamenti a canone sociale per giovani coppie".

Mi definisce con un aggettivo per ognuno dei suoi avversari?

"No comment per tutti e tutte".

Ma alla fine perché i perugini dovrebbero votarla?

"Perché sarei un buon sindaco".