SARA MINCIARONI
Cronaca

Capecchi assolto in appello: incubo finito

Capecchi assolto in appello: incubo finito

di Sara Minciaroni

"In Perù dicono che l’inferno non esiste, perché è già sulla terra, nelle celle di quelle prigioni". E’ stato assolto in appello Riccardo Capecchi, il giovane di Castiglione del Lago che dietro le sbarre della prigione di Lima ha trascorso 9 mesi, arrestato in via cautelare nel maggio del 2019 perché sospettato di essere un narcotrafficante implicato nel tentativo di trasferire in Europa una mega partita di cocaina. Il pomeriggio di ieri, dopo aver ricevuto la notizia dell’assoluzione, l’ha trascorso accompagnando un familiare dall’ortopedico, un atto di straordinaria normalità dopo quattro anni di sofferenza. Soltanto a dicembre, quando era arrivata l’inaspettata tegola della condanna a 16 anni nel processo di primo grado, Riccardo aveva deciso di tornare in Italia, nonostante per mesi ne avesse avuta la possibilità aveva atteso fiducioso quella decisione.

Ma oggi finalmente finisce un incubo, "l’avvocato mi ha comunicato che il il giudice ha creduto in tutte le prove presentate con 140 documenti e ha valutato positivamente l’intervento di sei testimoni della difesa che hanno partecipato al processo e che ringrazio tantissimo – spiega Riccardo – Alla fine il giudice ha messo un punto a questa vicenda che mi ha tenuto lontano dal mio paese e dai miei familiari per quattro anni". E ancora, "in questi anni ho conosciuto e incontrato molta solidarietà molte persone che mi hanno aiutato, sia con la lingua sia con la burocrazia, perché ho fatto i conti con una situazione irreale dove magari non ne vieni a capo perché entri dentro un sistema che appartiene ad un altro mondo". Riccardo era finito in questa situazione per aver accettato un lavoro di fotografo per persone che poi i fatti hanno dimostrato volessero incastrarlo: "Ho incontrato le persone sbagliate – spiega Riccardo – ma questo può capitare a tutti. Chi fa il mio mestiere è abituato ad andare nelle case delle persone che ti invitano, ti aprono le porte ma tu chiaramente per lavorare mica chiedi i precedenti penali. Se fossi stato solo, intendo che se non avessi avuto anche una famiglia forte alle spalle non so come sarebbe andata. Fortunatamente ho avuto una grande famiglia estesa anche a tutti i Castiglionesi".

Il Comitato “Verità su Riccardo“ in una nota di Paolo Brancaleoni commenta, "abbiamo sempre creduto nella sua innocenza e nella sua correttezza. Insieme abbiamo vinto una grandissima battaglia per un ragazzo a cui tutti vogliono bene". "L’assoluzione in Perù di Riccardo Capecchi è sì la fine di un incubo ma non una sorpresa. Come gli ho detto, il primo pensiero va, oltre che a lui, a Fiorella e Ivo, i suoi genitori che hanno vissuto quattro anni difficili. E naturalmente a Fabrizio, il fratello che ha combattuto ogni giorno per la verità e la giustizia", così il Senatore umbro del Pd Walter Verini.