
Alexio Bachiorri
Perugia, 7 giugno 2016 - «Il mito di Braccio ce l’ho fin da quando ero bambino, sono cresciuto con i racconti di mio nonno che mi leggeva la storia dell’Umbria a fumetti. Adesso sono un appassionato e un esperto di rievocazioni storiche, sono felice che Perugia possa riscoprire Braccio, grande condottiero che ha subìto un’ingiusta damnatio memoriae». Alexio Bachiorri è un bel ragazzo di 30 anni, perugino doc: in questi giorni, dopo la presentazione alla Sala dei Notari, ha tutti i riflettori puntati visto che sarà lui a interpretare Braccio Fortebracci nel corteo storico di domenica 12, che segna il momento clou e più spettacolare della rievocazione di «Perugia 1416». Nell’attesa, ci racconta la sua avventura. Ma è vero che ha già esperienze nel mondo dello spettacolo? «Sì, ma vorrei evitare attacchi a ‘Perugia 1416:’ ho fatto il fotomodello e partecipato come tronista a ‘Uomini e donne’ perché mi sono mantenuto da solo negli studi. Ma non sono il bucciotto di turno in cerca di visibilità, ho una passione autentica per il Medioevo, lo amo e lo studio da sempre. Ho una compagnia d’arme, stiamo faticando tantissimo per la rievocazione». Come si diventa Braccio? «Sono felice e orgoglioso di interpretarlo, domenica sfilerò con il drappello armato da Porta Sant’Angelo, poi risaliremo in piazza IV Novembre per l’incontro con i rioni. Apprezzo questo progetto che recupera la storia e l’identità. Spero che la gente lo recepisca, non è un palcoscenico per uomini in calzamaglia». E non è la prima volta che interpreta Braccio... «Faccio parte dell’associazione ‘I Bracceschi’, due anni fa abbiano fatto uno spettacolo con 280 figuranti per il Rotaract, Braccio è nel mio destino, è una figura che mi appassiona e mi perseguita». Perché le piace così tanto? «E’ stato un grande personaggio umbro ingiustamente dimenticato. E’ un esempio da riscoprire, grazie anche al libro di Marco Rufini, per me è come un rapimento, collaboro anche con Montone». Cos’altro farà per Perugia 1416? «Con la mia compagnia d’arme, ‘Militia Bartholomei’ e altre due di Città di Castello allestiremo l’accampamento medievale a San Francesco al Prato: ci saranno mestieranti, la notte ci dormiremo, la sera faremo fiaccolate ed esibizioni di scherma del ’300 e 400». E in futuro? «Dopo la laurea vorrei occuparmi di imprenditoria. E continuare a impegnarmi per la mia città»