Bimbo morto, reato più lieve e pena ridotta

Condanna da 14 a 6 anni per Giorgia Guglielmi che abbandonò il figlio appena partorito al supermercato. La donna era già libera

Reato derubricato da omicidio in infanticidio in condizioni di abbandono materiale e morale e condanna ridotta da 14 a 6 anni di reclusione: così la Corte d’Assise d’appello di Firenze riscrive la tragica morte del bimbo appena partorito che la mamma, la trentenne ternana Giorga Guglielmi, abbandonò in una busta nel parcheggio di un supermercato di Borgo Rivo. Il piccolo morì poche ore dopo per asfissia e fu ritrovato da una cliente dell’esercizio commerciale. Era il 2 agosto 2018. La donna, che si trovava in una Comunità romana agli arresti domicliari, è ora libera. In realtà lo era già da qualche settimana. Quando la sentenza sarà definitiva dovrà trascorrere un paio d’anni in affidamento. I giudici della Corte d’Assise d’appello fiorentina, a cui il caso era stato rinviato dalla Cassazione che aveva annullato la sentenza di condanna, hanno quindi derubricato l’accusa di omicidio volontario in quella di infanticidio in condizioni di abbandono materiale e morale, accogliendo la posizione da sempre sostenuta dagli avvocati difensori Alessio Pressi e Attilio Biancifiori. Secondo i legali la donna, che ha sempre dichiarato di non voler uccidere il piccolo ma di sperare che qualcuno potesse notarlo, agì appunto in condizioni di abbandono e quindi di difficoltà psicologiche, come verificato dalla perizie. In primo grado il Tribunale di Terni aveva emesso per la donna una condanna a 16 anni, ridotta a 14 dalla Corte d’Appello di Perugia; in Cassazione nei mesi scorsi la svolta con la Suprema Corte che aveva annullato la sentenza d’appello e rinviato appunto alla Corte d’Assise di Firenze: quest’ultima ha derubricato il reato e più che dimezzato la condanna. La trentenne, che in comunità ha avuto un’altra bambina, è come detto libera in attesa delle motivazioni di quest’ultima sentenza e del periodo successivo di affidamento. I giudici fiorentini hanno anche annullato la provvisionale di trentamila euro che era stata disposta a favore dell’ex compagno della donna come risarcimento del danno. "Dopo quattro anni stato finalmente accolta la richiesta difensiva - commenta l’avvocato Pressi – . Fin dal primo momento abbiamo sostenuto che la tregdia si fosse consumata in un contesto di abbandono materiale e morale. Ora attendiamo le motivazioni della sentenza".

Ste.Cin.