
Perugia, 10 maggio 2023 – A dodici anni dai fatti, la condanna. Ha patteggiato 3 anni di reclusione un bidello, oggi in pensione, di una scuola secondaria del Perugino, accusato di violenza sessuale nei confronti di una giovanissima studentessa. Secondo quanto ricostruito dall’accusa, durante l’orario scolastico, sarebbe stata bloccata dall’imputato lungo il corridoio della scuola e obbligata a raggiungere con lui un luogo appartato dell’edificio. Qui sarebbe stata costretta a subire atti sessuali. La ragazzina aveva raccontato il suo incubo prima a una compagna di classe, quindi alla cuginetta.
Quando i genitori vennero a conoscenza dell’accaduto, venne coinvolto anche l’istituto. La dirigente intervenne subito, disponendo la sospensione del sospettato. Successivamente il collaboratore scolastico fu trasferito, mentre andava avanti l’indagine nei suoi confronti che lo hanno portato a essere imputato di fronte al secondo collegio del tribunale di Perugia, presidente Verola.
L’imputato ha sempre negato le violenze, sostenendo di aver soltanto ripreso verbalmente la ragazzina, ma di non aver alzato un dito contro di lei. Ieri la sentenza di primo grado che, oltre ai tre anni di reclusione, ha disposto un risarcimento di 20mila euro per la vittima, 5mila per ognuno dei genitori, ma anche l’interdizione per 5 anni dai pubblici uffici e l’obbligo, a pena scontata, di comunicare all’autorità giudiziaria eventuali cambi di residenza. Per lui anche l’interdizione da lavori che possano avere dei contatti stabili con minorenni. L’imputato era difesa dall’avvocato Eugenio Zaganelli, mentre la parte offesa e la famiglia della ragazza erano assistite dall’avvocato Marco Piazzai.