REDAZIONE UMBRIA

Blitz della polizia al campo nomadi di Bastia per la truffa dello specchietto

Indagati tre capo-famiglia. Avevano 5mila euro in contanti, coltello e tubo rigido

La polizia impegnata nel controllo dei nomadi a Bastia Umbra

Bastia, 1 giugno 2015 – Potrebbero essere proprio loro – i tre sinti provenienti dalla Sicilia, denunciati dalla polizia di Assisi dopo essersi accampati abusivamente – gli autori della famigerata truffa dello specchietto. Si tratta di un trucco molto semplice che consiste nel far credere all’automobilista che la sua macchina abbia involontariamente urtato il retrovisore dell’auto di chi sta mettendo in atto la truffa. La vittima sente il rumore di un colpo secco sulla propria carrozzeria (provocato in realtà da una pallina, un bastone, ecc…) dando l’illusione di un urto immediato. Subito dopo entrano in scena i truffatori che intimano alle vittime di fermarsi. Il conducente sostenendo che gli è stato rotto lo specchietto, indicando il suo retrovisore chiaramente già danneggiato, convince le vittime ad un esborso di denaro senza mettere di mezzo assicurazione.

Da giorni la Volante di Assisi controllava un insediamento di sinti che da settimane stazionava presso il parcheggio pubblico della zona industriale di Bastia Umbra. I nomadi (6 adulti e 5 minorenni) avevano di fatto invaso arbitrariamente la zona, adibendo l’attigua area verde a giardino e pattumiera.

Clamorosa la scoperta fatta dagli agenti: i capi famiglia avevano numerosi precedentie di recente erano stati allontanati da Verona e da Fermo per la cosidetta ‘truffa dello specchietto”. All’interno del camper veniva rinvenuto un coltello a serramanico di 20 cm e un tubo in pvc, con anima rigida lungo 65cm simile a quello solitamente utilizzati nella truffa. Di lì la denuncia per porto abusivo di armi e oggetti atti ad offendere . All’interno di una calza è spuntato un rotolo di banconote da 50 e 100 euro per 5mila euro. La denuncia è scattata anche per invasione arbitraria di terreno pubblico al fine di occuparlo mentre i tre sono stati indagati per le truffe commesse fuori provincia e fotosegnalati: in questo modo possono essere effettuati riconoscimenti su quelle commesse in zona . Dopo il blitz il gruppo ha cambiato zona.