
Due anni e mezzo dopo una procedura che già stentava a decollare – e pure una tempesta giudiziaria in mezzo che, innescata dagli accertamenti sugli appalti, li ha solo lambiti – Umbria Salute scarl ha deciso di annullare la maxi-gara per le pulizie e la sanificazione di quasi tutte le strutture sanitarie umbre (Asl 2 esclusa) e di ’confluire’ in Consip. Ospedale di Perugia, ospedale di Terni e Asl 1 potranno aderire alla convenzione con la centrale unica nazionale visto che tra febbraio e marzo scadono gli affidamenti ’ponte’ e occorrerebbe procedere ad ulteriori proroghe.
E’ una decisione, assunta con una delibera del 5 marzo, scorso destinata a far discutere. Potrebbe azzerare lo sforzo tecnico ed economico e le potenzialità delle 28 società che si erano presentate alla prima gara centralizzata da 54 milioni di euro mai bandita in Umbria e aprire un pesante contenzioso. Perché tra le 27 ditte concorrenti ammesse nel maggio del 2019 tira già aria di ricorsi al Tar. Per le Cooperative umbre si tratta di un fulmine a ciel sereno con il rischio di importanti ricadute sul piano occupazionale visto il numero di addetti impegnati e l’incertezza rispetto ai piani di riassorbimento del personale della policy Consip.
In un lungo documento istruttorio, proposto all’amministratore unico di Umbria Salute e divenuto operativo, viene infatti evidenziata l’impossibilità di definire la gara in tempi brevi a causa degli impegni dei commissari. Tra i principali fattori di rallentamento della procedura il fatto che si tratta di tre lotti, il numero dei concorrenti, il sistema del ’confronto a coppie’ (45mila incastri), offerte ritenute voluminose e, ovviamente, l’emergenza sanitaria in corso.
Per tutto il periodo di lokdown non si sono potute svolgere riunioni sia per la difficoltà di riunione in presenza, sia per gli impegni dovuti alla pandemia, oltreché per l’esigenza di smart-working totale di uno dei commissari designati. I membri della commissione avevano infatti rappresentato di dover essere distaccati per tre giorni a settimana per proseguire i lavori della gara. Ma - secondo l’amministratore – sarebbe impossibile: uno è dirigente medico in staff alla direzione sanitaria per il rischio clinico, un’altra coordinatrice del personale infermieristico a Città di Castello. Da fine 2018 ad oggi infatti il gruppo di lavoro è riuscito ad analizzare solo il 60 per cento dei progetti dei tre lotti senza analizzare le offerte economiche. Procedendo di questo passo – è il ragionamento – sarebbe impossibile anche fare una previsione circa i tempi. Ciò significherebbe – è scritto – dover procedere ad ulteriori pericolose proroghe tecniche.
Secondo il documento "l’intervenuta aggiudicazione e attivazione della Convenzione Consip non precluderebbe la prosecuzione e la successiva aggiudicazione della procedura di gara regionale in corso".
Inoltre le Aziende hanno già analizzato il capitolato di Consip ritenendolo corrispondente alle nuove esigenze di pulizie sorte dopo l’inizio dell’emergenza mentre, ovviamente, i progetti del 2018 erano ante-pandemia e "nel frattempo, le esigenze complessive in materia di pulizia e sanificazione sono di fatto mutate - ed anche notevolmente - a seguito dell’emergenza". Di lì la revoca.
Erika Pontini