Due fascicoli su Izzo in tribunale a Perugia. I pm non gli credono

Il difensore: «L’ho incontrato sabato in carcere. Era stupito dal clamore della vicenda»

Angelo Izzo

Angelo Izzo

Perugia, 29 maggio 2018 - Sono due i fascicoli avviati dalla Procura di Perugia sulle dichiarazioni di Angelo Izzo, il ‘mostro’ del Circeo che ha sostenuto di aver sequestrato, violentato e ucciso la giovane Rossella Corazzin in una villa al Trasimeno (‘Facemmo come al Circeo’) insieme ad alcuni dei ‘compagni’ del massacro precedente e con altri militanti di estrema destra. Nei giorni caldi in cui dalla Procura di Belluno trapela l’invio di un nuovo fascicolo, con ulteriori elementi di riscontro sul giallo della studentessa scomparsa a Tai di Cadore il 21 agosto 1975, nel capoluogo umbro emerge che esattamente un anno fa un fascicolo era già stato archiviato dal giudice per le indagini preliminari Valerio D’Andria. A giugno il gip, su richiesta della Procura, manda in archivio il caso. Si tratterebbe di un procedimento contro Izzo e altri 5 sospettati.

Archiviazione confermata dallo stesso procuratore di Perugia Luigi De Ficchy, secondo il quale le dichiarazioni di Izzo non erano ‘attendibili’ e il tempo trascorso non aveva comunque fornito elementi utili per proseguire gli accertamenti. Ma quel primo fascicolo venne ‘sdoppiato’, sembra. Tanto che, poco tempo dopo, la stessa Procura di Perugia sollecitò al giudice per le indagini preliminari un’altra archiviazione sempre contro Izzo e altri presunti complici. Sintomo che gli inquirenti umbri – come quelli romani davanti ai quali il ‘mostro’ si autoaccusò di altri feroci delitti e fu indagato per calunnia e autocalunnia – non gli hanno mai creduto.

Adesso l’annuncio di un nuovo fascicolo con ulteriori riscontri, ma senza nuove dichiarazioni di Izzo, dovrebbe arrivare sul tavolo dei sostituti perugini che potrebbero decidere di chiedere la revoca della richiesta di archiviazione al gip per eseguire ulteriori accertamenti, oltre a quelli già compiuti all’epoca delle accuse e autoaccuse dell’ergastolano.

«Sabato ho incontrato Izzo in carcere e lui per primo era sorpreso del clamore ritardatario attorno a questa vicenda, anche perché si tratta di dichiarazioni che fece all’epoca e non ora. Mi ha detto ‘Avvocato, stavo su tutti i telegiornali ha visto?’. Ritengo che se fosse stato sentito di recente me lo avrebbe sicuramente detto», spiega il suo difensore, Rolando Iorio, che lo assiste dal 2014 ma che non partecipò ai verbali in cui il mostro parlò del caso di Rossella, anche senza farne esplicitamente il nome ma fornendo alcune indicazioni che hanno indirizzato gli inquirenti sulla pista della ragazzina scomparsa in un bosco e mai più ritrovata.

«Izzo rende dichiarazioni-fiume e scrive molto, inviando poi tutto alle Procure. Potrebbe essere l’ennesima notizia data da Izzo priva di fondamento – aggiunge il suo difensore –. Se invece gli inquirenti dovessero trovare riscontri, ben venga perché si potrebbe far luce sulla fine di questa povera ragazza».

Izzo parlò anni fa al suo difensore della vicenda: «Nel fiume di racconti che fa, en passant mi disse questa cosa, che sapeva che fine aveva fatto la ragazza scomparsa ma senza fornirmi i dettagli. Mi disse che era stato sentito dalla Procura ma che non gli credevano. Non ebbi il minimo sospetto, quindi. Se non gli avevano creduto i procuratori, come potevo credergli io?», conclude il penalista.

Izzo fu interrogato in particolare nel settembre 2016 a Velletri. Il caso di Rossella finì prima a Belluno e poi a Perugia. Ora il nuovo procuratore di Belluno ha ritenuto di inviare – come detto – un nuovo fascicolo per il reato di omicidio che sarebbe stato commesso in Umbria, anche perché il sequestro di persona è invece un reato prescritto, a distanza di 43 anni.

Erika Pontini