Aneurisma e trombosi in gravidanza. Mamma-coraggio: "Ora con mio figlio sono felice"

La difficile gravidanza di una giovane donna

Cristina con il piccolo Lorenzo

Cristina con il piccolo Lorenzo

Perugia, 17 agosto 2019 -  Cristina ha 29 anni e una forza straordinaria. Quattro giorni fa ha messo al mondo il suo Lorenzo, 3 chili e 700 grammi, dopo una gravidanza tutt’altro che facile. A poche settimane dal parto, avvenuto all’ospedale  'Santa Maria della Misericordia', il ginecologo le aveva infatti diagnosticato una trombosi a una gamba.

La giovane folignate, parrucchiera, a marzo si era già dovuta sottoporre a un delicatissimo intervento chirurgico alla testa, eseguito dal dottor Mohammed Hammam. Il nuovo ricovero in ospedale, non previsto, aveva gettato Cristina nello sconforto. «I medici di Perugia si sono presi cura di me quando mi è stato diagnosticato un aneurisma cerebrale con alto rischio di emorragia e quando già contavo i giorni per la nascita di Lorenzo», racconta la donna, che sta bene ed è già tornata a casa con il piccolo. «Invece una trombosi a una gamba – prosegue – ha cambiato il quadro clinico e costretto il ginecologo a optare per un parto indotto».

A ripercorrere le tappe di questo percorso a ostacoli è il dottor Giorgio Epicoco, direttore della Ginecologia del Santa Maria: «La situazione – spiega – si presentò in tutta la sua gravità nei primi mesi di gravidanza. Costituimmo un gruppo multidisciplinare con ostetrici, neurochirurgo, radiologo interventista, anestesista e responsabile della radioprotezione per decidere la soluzione migliore, ovvero una embolizzazione endovascolare sotto guida radiologica». E’ il 7 marzo e tutto, a questo punto, sembra andare per il verso giusto. La gravidanza di Cristina procede regolarmente fino a quando non le viene diagnosticata la trombosi, che la costringe a iniziare una terapia con eparina. «In relazione al rischio emorragico abbiamo dovuto programmare travaglio e parto, visto che l’eparina deve essere sospesa almeno per 24 ore», sottolinea Epicoco. Il travaglio, indotto con mezzi meccanici, è durato oltre un giorno e mezzo. Poi, intorno alle 17 di martedì, è nato Lorenzo.

«La gioia del mio bambino ha cancellato in un attimo sofferenze e sconforto, ho realizzato di essere la donna più felice al mondo», afferma Cristina, grata ai sanitari che si sono occupati di lei. L’ostetrica Lucrezia Petretta, i dottori Hammam e Epicoco: a loro la neomamma rivolge un «grazie di cuore». «Quello che più ha colpito me e il mio compagno Michele, è stata la grande umanità dei medici e del personale infermieristico. Professionisti e al tempo stesso persone, li porteremo sempre nel cuore».