
Si riapre la questione dei benefici pensionistici per l’esposizione all’amianto in Ast, sito che era stato clamorosamente escluso dall’ultimo provvedimento in materia del Ministero del Lavoro. Lo annuncia Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera, di Fi. "Ho dato incarico ai miei uffici di valutare tecnicamente la questione. Ho ricevuto, alla Camera dei deputati, i vertici di Confsal Umbria, il segretario regionale Carlo Ugolini accompagnato dal segretario regionale della Fismic-Confsal, Giovacchino Olimpieri e dal segretario provinciale di Spoleto, Roberto Rocci, per discutere della possibilità di presentare un emendamento con cui riconoscere ai lavoratori dello stabilimento Acciai speciali Terni, il cosiddetto ‘beneficio amianto’ che consente agli occupati che sono stati esposti a questo minerale per più di dieci anni, di andare anticipatamente in pensione": lo scrive su X, Giorgio Mulè. "Ho dato incarico agli uffici quindi - prosegue - di valutare tecnicamente la questione e tra un paio di settimane ci rivedremo per concertare i prossimi passi a tutela della salute dei lavoratori". Secondo le stime sindacali potrebbero essere tra cento e centocinquanta i lavoratori interessati al provvedimento che, nel caso dovesse tornare valido anche per Ast, favorirebbe il turn-over nell’andamento occupazionale del polo siderurgico ternan. Il provvedimento, che nel 2017 venne contestato dalla stessa Fismic per l’esclusione di Terni con una petizione di duemila firme recapitata al Ministero, prevede i benefici per gli stabilimenti siderurgici di Genova, Taranto e Piombino.
Ste.Cin.