Allevamento da incubo: 88 mucche denutrite e maltrattate sequestrate dai carabinieri forestali in Umbria

I titolari, già multati nel 2023, sono stati denunciati con l’accusa di detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura e produttive di gravi sofferenze, il maltrattamento di animali e l’illecito smaltimento delle carcasse dei bovini morti

Alcune delle mucche ridotte a pelle e ossa

Alcune delle mucche ridotte a pelle e ossa

Montefalco (Perugia), 11 gennaio 2024 – Mucche scheletriche e sporche, con le zampe affondate in circa 80 cm di lettiera formata prevalentemente dalle loro feci, denutrite, alimentate con sola paglia e acqua di abbeverata assente. E’ lo scenario da incubo che si sono trovati davanti i carabinieri forestali di Campello sul Clitunno e i veterinari dell’Usl Umbria 2 in un allevamento di Montefalco, in provincia di Perugia.

I titolari erano già stati multati (circa 30mila euro) e avevano ricevuto le prescrizioni da seguire per operare un drastico cambiamento delle condizioni di vita delle mucche da latte, ma un ulteriore controllo ha certificato che “le condizioni degli animali non erano cambiate – si legge in una nota – e le criticità riscontrate non erano state eliminate pertanto il gip presso il Tribunale di Spoleto, su richiesta della locale Procura, disponeva il provvedimento di sequestro preventivo dei capi bovini rinvenuti in stalla, eseguito dai carabinieri forestali”.

Nella loro relazione, i carabinieri forestali parlano di “indice di mortalità nella stalla, per legge non superiore al 4%, al 10%”. Poi ancora: “ Alcune vacche venivano trovate a terra incapaci di alzarsi con piaghe da decubito e per almeno due di queste è stato disposto l’abbattimento. Sono state riscontrate numerose difformità in materia di tenuta e compilazione dei registri di stalla. Anche la sala latte e i contenitori erano in scarse condizioni igieniche, dai controlli è emerso che i parametri delle cellule somatiche, indice della salubrità della mammella e dello stato generale di salute delle bovine, e la carica batterica risultavano essere circa sei volte superiore rispetto ai parametri previsti per il conferimento del latte al consumo umano.“

Le ipotesi di reato provvisorie nei confronti dei titolari riguardano i reati di detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura e produttive di gravi sofferenze, il maltrattamento di animali e l’illecito smaltimento delle carcasse dei bovini morti.