"Alberghi costretti a chiudere a fine ottobre"

Il presidente Fittuccia: "Vicini al collasso. Manterremo gli impegni presi fin qui coi clienti, poi lo stop fino a primavera 2023"

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"Siamo in enormi difficoltà. Abbiamo una chat costantemente attiva che da 15 giorni si riempe di bollette astronomiche. Dal mese di luglio ci sono stati quadruplicati i costi". Il presidente di Federalberghi Umbria Simone Fittuccia si fa portavoce di un settore che pure ha avuto un’estate positiva, piena di turisti. "Se non fosse stato così – dice – il caro-energia ci avrebbe ridotto al collasso prima. Di fatto comunque la gran parte degli incassi è stato vanificato da questo insostenibile aumento energetico". L’esempio è presto servito. "La mia azienda a Perugia dalle 3.500 euro del 2021 è passata ai 23.700 del 2022 e parliamo solo di luglio-agosto. Manteniamo gli impegni assunti con i clienti che hanno già prenotato e pagato ma non potremo durare a lungo. E se dovessimo applicare gli aumenti non solo energetici diretti ma anche indotti, le lavanderie per la biancheria ad esempio ci costano il 30% in più, per non dire del food & beverage che nel giro di un mese ha aumentato i prezzi del 2530%. Insomma, fino a ottobre resteremo aperti poi stiamo valutando la chiusura fino alla prossima primavera. Anche perchè aumentando i prezzi l’utenza diminuirà. La gente rinuncerà ad andare in vacanza. Chiudere sarà inevitabile, ne risentirà l’occupazione purtroppo. La media per ogni azienda è 10 persone. Se chiuderanno 50 hotel saranno già in 500 a casa". Soluzioni energetiche alternative? "Magari. Ci sarebbero i tetti fotovoltaici ma per chi ha strutture nei centri storici è praticamente impossibile, c’è una normativa che lo impedisce. Anche su questo vorremmo che il Governo intervenga. Ci aspettiamo che si blocchino i prezzi. Bisogna calmierare o sarà il collasso".

D.Miliani