LUCA FIORUCCI
Cronaca

Morto con un ago nei bronchi a Perugia, tutti i nodi da sciogliere

Autopsia rinviata per un problema tecnico. I legali degli infermieri indagati: "Nessuna responsabilità in capo ai nostri assistiti"

Vincenzo Bosco, morto a 40 anni in ospedale. Sarà l’autopsia a chiarirne le circostanze

Perugia, 6 maggio 2022 - Chiede di verificare da dove possa essere entrato l’ago che tac e raggi x hanno individuato in un bronco di Vincenzo Bosco, quando possa essersi introdotto, il pm Franco Bettini. E più in generale, di accertare se la morte del 40enne residente a Nocera Umbra possa essere riconducibile alle operazioni preliminari all’intervento che avrebbe dovuto subire il 22 aprile, e con la presenza dell’ago stesso nei bronchi. Chiede, inoltre, il magistrato di verificare la correttezza delle procedure applicate nelle diverse fasi in cui Vincenzo è stato trattato dai medici del Santa Maria della Misericordia di Perugia, dalla preparazione dell’intervento ai momenti successivi alla sua interruzione fino al decesso. Il magistrato vuole chiarire se sia stato fatto il possibile per scongiurare la tragedia, se possano esserci stati degli errori, di valutazione, di monitoraggio, di assistenza. Per la morte di Bosco, avvenuta a 4 giorni dall’intervento programmato e mai eseguito, sono indagati 4 medici e due infermieri, componenti dell’equipe che avrebbe dovuto effettuare l’operazione di otorinolaringoiatria. Intervento, come noto, interrotto al momento dell’anestesia, quando lo specialista avrebbe iniziato a verificare delle anomalie, in particolare per quanto avrebbe attenuto l’ossigenazione. Da lì gli accertamenti, la scoperta dell’ago e la sua rimozione. Vincenzo era deceduto, si ipotizza per un’embolia. L’accertamento disposto dalla Procura, e affidato al dottor Massimo Lancia, dovrà chiarire proprio questo: era fissato per ieri, ma per problemi tecnici è stato interrotto; riprenderà stamattina.

"Alla luce dell’inchiesta che vede coinvolte anche le nostre assistite in qualità di infermiere della mera sala operatoria – spiegano gli avvocati Melissa Cogliandro e Ilario Taddei – premessa la loro assoluta estraneità agli addebiti contestati atteso che l’intervento chirurgico programmato non ha avuto esecuzione, è stata una nostra precisa scelta quella di non nominare alcun consulente di parte avendo piena fiducia nell’operato degli inquirenti e dei professionisti nominati dal pubblico ministero".

"L’esame autoptico che verrà effettuato sulla salma del paziente potrà far luce sulle cause della sua morte e sulla presenza dell’ago nei bronchi, ascrivendone il corretto periodo temporale di ingresso, nonche´ sul decorso clinico del paziente dal suo arrivo presso il nosocomio di Perugia sino al suo decesso – sottolineano ancora. Ribadendo quindi che alcuna responsabilità sussiste in capo alle nostre assistite, le stesse restano comunque a disposizione dell’autorità giudiziaria per collaborare nel prosieguo delle indagini".