
Agenti penitenziari "A Maiano condizioni di lavoro proibitive"
Le condizioni di lavoro alla casa di reclusione di Maiano di Spoleto sono diventate proibitive e scatta la protesta degli agenti di polizia penitenziaria. A proclamare lo stato di mobilitazione sono i sindacati, costretti a prendere una decisione "drastica", dopo il doppio incontro con la direttrice dei penitenziario Bernardina Di Mario.
Personale all’osso, ferie a rischio e turni di lavoro estenuanti: è questa la situazione drammatica che ha spinto i rappresentanti sindacali di Sappe, Sinappe, Uil Pa Pp, Uspp, Cisl Fns Pp e Cgil Fp Pp a scrivere una lettera al provveditore regionale di ToscanaUmbria Pierpaolo D’Andria e alla stessa direttrice del carcere, in cui si chiede che "ci sia un reale interessamento e soluzione al problema della grave carenza di organico del ruolo agentiassistenti, che ormai ha oltrepassato il limite, tanto che siamo giunti al collasso dell’intera organizzazione dei servizi della Polizia Penitenziaria, utili a mantenere l’ordine e la sicurezza". A parlare sono i numeri: a Spoleto nel 2015 erano in servizio 342 poliziotti e dopo riforme e revisioni delle piante organiche si è arrivati al 2022 con 240 agenti, mentre entro la fine del 2024 a causa di pensionamenti l’organico scenderà a 209 unità. Questa situazione mette a rischio addirittura le ferie perché si prospetta secondo i firmatari della lettera Bonino, Rosati, Zampogni, Cesari, Loretoni, Laureti "il taglio dei posti di servizio in determinati orari per poter consentire al personale di fruire almeno di due settimane di ferie a fronte delle tre spettanti alla quasi totalità dei poliziotti che hanno mediamente 32 anni di servizio e 52 anni di età". Gli stessi sindacalisti puntano il dito contro il nuovo ordine di servizio della direzione della casa di reclusione che "ha cambiato l’assetto organizzativo dei turni di servizio, riducendo sotto i livelli minimi di sicurezza alcuni posti e disponendo turni di lavoro su tre quadranti alla totalità del personale" e addirittura in casi di ulteriore emergenza è previsto l’impiego del personale reperibile e in congedo, o a riposo e il prolungamento dell’orario di lavoro in entrata e in uscita oltre il servizio programmato. Per porre fine a questa situazione, è indispensabile comunque l’intervento del Ministero e l’adeguamento della pianta organica del personale in servizio nel carcere, già richiesto in più occasioni anche dagli stessi rappresentanti sindacali.