
"Carlo Colaiacovo in questa vicenda non ha avuto alcun ruolo, né ha mai avuto rapporti con la dottoressa Antonella Duchini, con Orazio Gisabella e Costanzo Leone". È strenua la difesa in aula dell’avvocato Ubaldo Minelli dinanzi al gup Angela Fantechi per cercare di smontare ogni accusa a carico del patron del cemento. In particolare, davanti al tribunale di Firenze deve rispondere di rivelazione di segreto d’ufficio e abuso d’ufficio in concorso nell’ambito dell’inchiesta che vede coinvolto l’ex procuratore aggiunto di Perugia, Antonella Duchini, gli ex luogotenenti del Ros Orazio Gisabella e Costanzo Leone, l’avvocato Pietro Gigliotti, il commercialista Francesco Patumi, l’imprenditore Valentino Rizzuto, il carabiniere Fabio Sinato e il dottor Ignazio Pusateri, per varie ipotesi di reato.
E se giovedì scorso in aula il procuratore aggiunto Luca Turco e il sostituto procuratore Leopoldo di Girolamo aveva sollecitato per tutti il rinvio a giudizio per i reati contestati, ieri è stata la volta delle difese che proseguiranno anche nella prossima udienza del 26 febbraio. "Abbiamo dimostrato la completa assenza di qualsiasi profilo di illiceità" – sottolinea l’avvocato Minelli – e la completa assenza di collegamento con il provvedimento adottato dalla procura il 28 dicembre del 2016". Tutto ruota attorno al procedimento all’epoca avviato dalla Duchini contro Giuseppe (nipote di Carlo Colaiacovo) e alla richiesta di sequestro delle sue quote della Financo.
Secondo l’impianto accusatorio della procura fiorentina, sarebbero stati gli ex Ros Gisabella e Leone a "far visionare" a un dipendente della Colacem di Carlo "le consulenze tecniche redatte su incarico del pm, le trascrizioni delle conversazioni telefoniche intercettate e la nota redatta dalla guardia di finanza", oltre che a comunicare al patron "che sarebbe stato adottato provvedimento di sequestro preventivo d’urgenza della quota srl Financo di proprietà della Franco Colaiacovo Gold". Gli indagati avrebbero inoltre "concordato" con Carlo "contenuti e tempistica dell’emissione di un decreto di sequestro preventivo d’urgenza" adottato dalla Duchini per "arrecare un danno" a Franco e Giuseppe Colaiacovo, "essendo stato emesso tale provvedimento al solo scopo di impedire l’erogazione di finanziamenti in favore dei predetti imprenditori".
Chiesto il proscioglimento per ogni accusa, da parte dell’avvocato Nicola Di Mario, anche per l’ex carabiniere del Ros Orazio Gisabella e per Antonella Duchini (deve rispondere di corruzione in atti giudiziari, peculato, falso e abuso d’ufficio). "Le ipotesi d’accusa sono infondate" – sottolinea il legale – "Gli accertamenti eseguiti sui cellulari non hanno mai trovato un contatto telefonico esistente tra Colaiacovo (presunto "istigatore") con Duchini e Gisabella". Intanto il legale ha sollevato in aula un’eccezione di inutilizzabilità delle intercettazioni telefoniche, ma sul punto il giudice deve sciogliere la riserva. Si torna in aula con il proseguo delle difese. La decisione è attesa per il 2 marzo.
Valentina Scarponi