MICHELE NUCCI
Cronaca

Addio Padre Martino. Il monaco-scienziato che studiava i terremoti

Il religioso è morto ieri mattina alle 5,30 dopo una lunga malattia. Ha diretto lo storico Osservatorio sismico di Perugia per ben 54 anni.

Il religioso è morto ieri mattina alle 5,30 dopo una lunga malattia. Ha diretto lo storico Osservatorio sismico di Perugia per ben 54 anni.

Il religioso è morto ieri mattina alle 5,30 dopo una lunga malattia. Ha diretto lo storico Osservatorio sismico di Perugia per ben 54 anni.

"La memoria dei luoghi è il nostro primo sismografo". Padre Martino Siciliani quando c’era un terremoto faceva sempre riferimento alla storia. Lui, monaco benedettino e scienziato, se ne è andato per sempre ieri mattina intorno alle 5,30 all’età di 86 anni (tra un mese ne avrebbe compiuti 87), dopo una lunga malattia. Direttore per ben 54 anni dell’Osservatorio sismico Andrea Bina (dove nel 1751 fu inventato il sismografo), nel cuore dell’Abbazia di San Pietro a Perugia, è stato da sempre riferimento nello studio dei terremoti umbri e del Centro Italia. Le sue analisi erano sempre lucide, mai emotive e raccontate con quella serenità e con un sorriso spesso inaspettato, ma sempre confortante. Quando c’era un terremoto, una delle prime chiamate del cronista era sempre a padre Martino. Ma anche tanti cittadini telefonavano a San Pietro per capire se ci sarebbero state altre scosse così forti, per cercare una parola di conforto e per ricacciare indietro la paura. Sulla prevedibilità dei terremoti era sempre molto cauto: "Non è ancora possibile farlo, ma la deformazione crostale, le tempeste magnetiche, l’emanazione di gas, i pozzi che si seccano sono segnali". Padre Martino e il suo staff non amavano il sensazionalismo, a lui non piaceva spargere terrore dopo un terremoto, anche se aveva profondamente ferito l’Umbria: calma, ottimismo e conoscenza sono le regole con le quali si è sempre mosso e che ha trasmesso ai suoi collaboratori. Eppure anche lui rimase colpito dalla violenza del sisma del 30 ottobre 2016: "È incredibile – disse quel giorno a La Nazione - mai negli ultimi mille anni si era verificato un terremoto così forte in Umbria". Ma a lui ci si rivolgeva anche per sfatare alcune credenze popolari sui terremoti, come quelle sul caldo anomalo. "Quello che è vero è che durante un sisma ci sia accumulo di energia termica, ma accade in un raggio ristretto di territorio, non sono ondate di calore su vaste aree geografiche". E sui terremoti più forti che avvengono di notte? "Ci sono in effetti delle ipotesi sul fatto che i millimetrici movimenti della crosta terrestre possano essere legati, come avviene per le maree ad esempio, indirettamente alle fase lunari – raccontò –. Per questo a volte si ipotizza che i terremoti più forti avvengano di notte. Ma sono al momento solo ipotesi non suffragate da alcuna prova di carattere scientifico". E la sua massima, dopo un forte sisma era sempre la stessa: "E’ improbabile ci siano altre scosse così forti. Improbabile, ma non impossibile...".

Michele Nucci