’Abuso di potere’, condannata la Napoleoni

Tre anni e tre mesi alla poliziotta: accesso abusivo alla banca dati e danneggiamento. Ritenute colpevoli altre due agenti e due carabinieri

Migration

Danneggiamento dell’auto ed accesso abusivo al sistema informatico interforze – lo Sdi - per svolgere alcune ricerche su una psicologa incaricata dal Tribunale dei minori di Perugia, nell’ambito di una diatriba personale del sostituto commissario Monica Napoleoni e quindi con "finalità estranee ad attività d’indagine".

Otto anni dopo l’indagine choc avviata dalla procura di Perugia dal pm Giuseppe Petrazzini ieri pomeriggio è arrivata la sentenza di condanna.

Ammonta a tre anni e tre mesi la condanna stabilita dai giudici del primo collegio del tribunale di Perugia (presidente Mariella Roberti) nei confronti dell’ex numero uno della Sezione omicidi della squadra mobile del capoluogo, il cui nome balzò alle cronache nazionali per le indagini sul delitto di via della Pergola dove nel 2007 fu uccisa la giovane studentessa Meredith Kercher. Fu la squadra della Napoleoni ad arrestare Amanda e Raffaele, poi assolti in via definitiva dalla Cassazione.

Il pubblico ministero aveva sollecitato, nel corso della requisitoria, una condanna a quattro anni e tre mesi di reclusione per la poliziotta. Il collegio ha assolto Napoleoni dall’accusa di aver imbrattato alcuni muri della città con scritte offensive nei confronti della psicologa.

Condannata a tre anni e due mesi per due episodi di accesso abusivo alla banca dati anche per la collega e vice sovrintendente Lorena Zugarini. Entrambe, secondo l’accusa, si sarebbero introdotte nel sistema per verificare le annotazioni concernenti la professionista, comprese le auto intestate alla donna ed a sua figlia. Un anno è stato invece inflitto alla collega Stefania Squarta, all’epoca appartenente all’Anticrimine e a cui è stato contestato un unico episodio di accesso abusivo allo Sdi risalente al 16 novembre 2012, mentre ammonta a sei mesi e quindici giorni la condanna per danneggiamento emessa nei confronti di Carla Costantini. Un anno e tre mesi è la condanna inflitta ai carabinieri Mario Di Fiore e il capopattuglia Michele Ciaglia, per false attestazioni in un ordine di servizio del 18 novembre del 2012.

Assolti da ogni accusa gli altri tre imputati nel procedimento Luigi Concu, Giuliana Caloni e Adelio Sabba a cui la procura aveva contestato, a vario titolo, i reati di danneggiamento, diffamazione, violata consegna e rivelazione del segreto d’ufficio.

La vicenda deflagrò nel novembre del 2012 a seguito di alcune denunce sporte dalla psicologa per via di scritte diffamatorie sulla propria auto e sui muri vicino a casa. L’ex capo omicidi della mobile, Monica Napoleoni, si difese spiegando di aver avviato alcuni accertamenti anche sulla base di fonti confidenziali, contestando le accuse mosse a suo carico. Ma, in questi anni, il processo è andato avanti.

La psicoterapeuta e la figlia si erano costituite parte civile con l’avvocato Valeriano Tascini. Il collegio ha demandato al tribunale civile la quantificazione del risarcimento per le parti civili, riconoscendo una provvisionale immediatamente esecutiva di 10mila euro per la psicologa e di 5mila euro per la figlia.

Le motivazioni della sentenza saranno rese note tra 90 giorni.

Gli imputati sono difesi dagli avvocati: Nicola di Mario, Giovanni Spina, Guido Rondoni, Francesco Maresca, Bruno Naso, Alessandro Di Baia, Alessandro Bacchi e Gloria Isidori.