
Abusi edilizi in riva al lago. Il Ministero chiede lumi
Adesso è il Ministero dell’Ambiente a chiedere di essere tenuto informato su "eventuale insorgenza di profili di danno o minaccia di danno ambientale" per gli abusi edili in riva al Trasimeno. Con una nota indirizzata a Italia Nostra, Unione dei Comuni del Trasimeno e Comune di Magione il dirigente della Direzione generale per l’uso sostenibile del suolo e delle risorse idriche ha quindi recepito l’esposto dell’associazione ambientalista rappresentata dall’avvocato Valeria Passeri in cui è segnalato che "nell’area adiacente la strada provinciale che da Torricella va verso Monte del Lago, nel comune di Magione, lungo il litorale lacustre, non risulta che né il Comune di Magione né l’Unione dei Comuni abbiano ancora adottato ordinanze di sospensione di qualsiasi attività ivi non assentita, né di rimozione dei manufatti abusivi e comunque non ammessi in area parco né in area demaniale". Passeri rimarca che dunque il Comune non ha ancora adottato ordinanza di demolizione e ripristino dei luoghi laddove sono state rilevate irregolarità realizzate da privati lungo l’area demaniale del Parco del Trasimeno.
Questo è avvenuto a settembre del 2023 quando l’associazione ambientalista guidata da Luigi Fressoia era tornata all’attacco per poi ricevere la comunicazione che la polizia locale di Magione aveva emesso sette denunce per illeciti ambientali per altrettanti abusi lungo l’area demaniale del Trasimeno. In riferimento alla denuncia dell’associazione ambientalista erano stati effettuati sopralluoghi dagli agenti per verificare illeciti edilizio-ambientali nelle 9 proprietà indicate nell’esposto dove sono state riscontrate 4 violazioni. L’indagine si era estesa in altre 13 proprietà non segnalate nell’esposto, dove sono state riscontrate ulteriori 3 violazioni di natura edilizio-ambientale. Tutte le violazioni - ha spiegato il comandante della polizia locale Mario Rubechini - sono tate oggetto di comunicazione di notizia di reato all’autorità giudiziaria. Ma per gli ambientalisti non basta, mentre la giustizia fa il suo corso anche l’iter amministrativo – sostengono – dovrebbe andare avanti con ordinanze di demolizione e rispristino dei luoghi.