
A ’Pane e Olio’ i beni confiscati alla ’Ndrangheta
PIETRALUNGA – Un’azienda agricola, un ostello e circa 100 ettari di terreni confiscati alla ndrangheta nel 2006 sono stati assegnati alle associazioni Libera e Pane&olio. Si chiude una vicenda cominciata diversi anni fa con il sequestro dei beni del clan della famiglia calabrese De Stefano, che nei primi anni del 2000 decise di comprare un’azienda agricola, uno stabile diroccato e circa 90 ettari di terreno coltivabile a pochi chilometri da Pietralunga. "Finalmente ci siamo riusciti! L’amministrazione comunale restituisce alla comunità questi beni aggiungendo la gestione dell’antico convento di Sant’Agostino, nel centro della cittadina", ha detto il sindaco di Pietralunga Mirco Ceci, insieme alle autorità e alle forze dell’ordine intervenute (tra gli altri c’erano Walter Cardinali presidente dell’osservatorio regionale antimafia, Eugenio Rondini consigliere regionale e presidente della commissione antimafia della Regione, il vescovo Luciano Paolucci). I rappresentanti delle forze dell’ordine hanno ricordato che "una delle caratteristiche della ndrangheta è quella di invadere i territori lontani da quello d’origine. Il sequestro dei beni è importantissimo perché rompe i progetti di queste famiglie e è il coronamento del nostro lavoro". "Diamo alla cooperativa Pane e olio l’ostello– ha proseguito il sindaco – C’è ancora da fare, ma sono stati messi a norma gli impianti elettrico e sanitario, i vani, i bagni, abbiamo ora un ostello quasi pronto ad accogliere ospiti in camere con bagni privati. Purtroppo nel momento che viene restituito il bene alla comunità pubblica si è deperito, questo è il problema principale da affrontato con una legge. Serve un fondo per la manutenzione dei beni sequestrati". "Consegnare questi beni, vuol dire raccontare l’impegno dello Stato nella lotta alle mafie a favore del riscatto della società civile", ha aggiunto Erika Borghesi per la Provincia.