E’ scontro nel centrodestra toscano sui servizi pubblici e sulla prossima gestione. Se Fratelli d’Italia spinge sempre più per la Multiutility, nata sotto l’impronta Pd, la Lega punta sull’acqua pubblica facendola uscire dalle mire gestionali della grande holding regionale. La proposta di legge che la Lega ha depositato in consiglio regionale con la prima firma del consigliere regionale Massimiliano Baldini, ha il principale obiettivo "di riportare i cittadini ed i territori al centro della gestione del bene acqua che rappresenta un diritto umano universale, il bene comune per antonomasia e non certo una merce, come ha stabilito e riaffermato lo stesso referendum del giugno 2011" sottolinea la Lega.
Perciò "abbiamo previsto di modificare l’articolo 2 della legge regionale 692011, superando le attuali sei Conferenze territoriali e prevedendo che i sub ambiti ottimali, in base a quanto disposto dal comma 2 dall’articolo 147 del decreto legislativo 1522006, siano corrispondenti ai territori provinciali della Regione Toscana ed alla Città Metropolitana di Firenze" spiega il consigliere Baldini.
In base a studi specifici "sussistono margini di miglioramento in termini di efficienza di scala - maggiore efficienza gestionale e migliore qualità del servizio all’utenza - soprattutto a basse dimensioni operative, collocando questa soglia non oltre le 150mila utenze e meglio ancora all’interno della forbice ricompresa in territori che contino una dimensione ricompresa fra 222mila e 452mila abitanti".
Un approccio, quello voluto dalla Lega, ispirato a principi ben diversi da quelli che animano la Multiutility per cui "non abbiamo apprezzato certe fughe in avanti sia a livello politico che societario". L’acqua, bene primario, "deve certamente rimanere escluso, con la nostra proposta vogliamo salvaguardare realtà che hanno dato ottima prova come ad esempio Geal a Lucca, impedendo che una gestione eccessivamente centralizzata e burocratizzata sottragga ai cittadini il controllo del suo bene più importante" sottolinea Baldini. La gestione dell’acqua deve avere, secondo il gruppo leghista "come punto di riferimento l’economicità delle tariffe", perché "non ci piacciono certe alchimie di finanza creativa che finiscono sempre per fare gli interessi di pochi, magari proprio a danno di chi è ricco della risorsa acqua". Peraltro, proprio presentando la proposta di legge, la Lega riconsegna al massimo organo di rappresentanza dei toscani la discussione di un tema - la definizione degli ambiti ottimali - "recuperando trasparenza, pienezza del dibattito e rispetto della volontà popolare che il consumato ed anomalo procedimento di approvazione dei sei Sub Ambito non ha certamente garantito". Il modello è il Veneto "dove il servizio idrico è lasciato fuori dalla Multiutility che interessa invece rifiuti e energia".
R.E.