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Marco Falasca, il calcio vero: preparatore atletico e volontario

Il conosciuto e stimato professionista è sempre rimasto sé stesso, nonostante i trascorsi

Marco Falasca, nei panni di volontario

Pistoia, 20 aprile 2020 - Quando la persona resta tale, non trasformandosi in personaggio. La normalità sportiva ha il volto di Marco Falasca. Da 32 anni, il preparatore atletico nato all’Ospedale del Ceppo di Pistoia il 25 gennaio del 1966 ma residente a Seano, è sempre stato fedele a sé stesso. Da sempre vicino ai calciatori, se non milionari (gli è mancato solo l’approdo in A) da centinaia di migliaia di euro l’anno, insegna sport, allena e, indossando le vesti da volontario della Misericordia di Seano, va a prendere gli anziani e li assiste, dialogando con loro. Non è mai cambiato. Lontano anni luce dai riflettori, lasciati volentieri agli altri, con principi e valori forti in cui credere.

Nato in una famiglia originaria della Lucania, di Tramutola in provincia di Potenza trasferitasi 60anni fa a Larciano in Valdinievole, Marco è cresciuto a pane e sport. Come atleta nella Fulgor Prato, ma all’occorrenza come ala sinistra, con la maglia numero 11, nella squadretta del paese, a Poggio a Caiano. Perché infanzia e adolescenza le ha divise tra Larciano e Poggio a Caiano, poi una volta sposatosi con Sabrina, da cui ha avuto 4 figli, ha messo su casa a Seano (e il Comune di Carmignano l’ha festeggiato per i suoi 30 anni di carriera). Impegnato da sempre in parrocchia, dapprima a Poggio a Caiano ora a Seano (cammino catecumenale, missione della parola, Diocesi di Pistoia), ha contribuito a mettere al mondo 4 bei ragazzi:

Ginevra, 21 anni, studentessa di Scienze Motorie nonché pallavolista, Elia di 19, allievo del “Datini” a Prato e calciatore, Vanessa di 18, scolara del Liceo artistico Petrocchi di Pistoia, pittrice, e Veronica, 10 anni, alla primaria di Seano, ginnasta (ritmica) de La Fenice. Tifoso della Pistoiese, società in cui ha lavorato ai tempi delle gestioni tecniche di Clagluna, Vitali e Catuzzi, simpatizzante dell’Aglianese, dove è stato con Buglio e Andreazzoli allenatori e Max Allegri giocatore, si è legato nel tempo al tecnico Guido Carboni, fratello del più famoso Amedeo, ma ha collaborato anche con Merlo e Caserta, dal Genoa all’Avellino, passando per Rimini, Bari, Siena, Benevento, Frosinone, Juve Stabia. Non ha procuratori, non li vuole: si snaturerebbe. Gli basta lo sport vero. Normale, appunto. Quello fatto da persone, non da personaggi.

Gianluca Barni