GIUSEPPE TASSI
Sport

Addio al leggendario difensore. Schnellinger, un eroe di lealtà

L'addio di Karl Heinz Schnellinger al calcio priva il mondo di un difensore leale e potente, simbolo di un'epoca d'oro del Milan e della nazionale tedesca. La sua prodezza nel 4-3 di Messico '70 rimarrà nella memoria dei tifosi, che piangono la perdita di un eroe del calcio.

addio al mondo di Karl Heinz Schnellinger ruba al calcio un altro pezzo di poesia. Uno che scappa dalla Germania perché guadagna solo 24 marchi e in Italia trova il suo Eldorado con la maglia del Milan si ama per forza. È un terzino biondo e gigantesco che sarebbe stato bene con l’elmo delle Sturmtruppen di Bonvi. Ma in campo quel difensore ciclopico, che non dà respiro agli attaccanti, è un mostro di forza e di lealtà. Mai un’espulsione, pochissimi cartellini gialli. Un gendarme scelto nel Milan di Rivera e Altafini, campione di tutto.

Neppure il gol in spaccata contro l’Italia nel mitico 4-3 di Messico ‘70 ha alienato le simpatie al tedescone. Con quel gesto sgraziato, da airone zoppo, rimise in corsa la Germania al minuto 92 di quella semifinale entrata nel mito. Schnellinger con quella prodezza inattesa, contribuì a scrivere l’epopea della partita del secolo, la pazza altalena da batticuore che è diventata leggenda con l’epilogo firmato dal gol di Rivera. Karl Heinz, detto Volkswagen da Paron Rocco, restò in campo anche stirato, pur di partecipare alla battaglia per la finalissima. E quella fetta d’Italia che allora era davanti ai teleschermi a gioire e soffrire, a pregare e maledire, ha versato una lacrimuccia per l’addio al mondo di Schnellinger, l’eroe di un calcio perduto.

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