"Allarme maltrattamenti Proteggere chi denuncia"

"Si tratta di persone che diventano subito a rischio. Servono nuovi strumenti . per tutelare queste posizioni"

FIRENZE

"Non possiamo parlare della violenza contro le donne solo il 25 novembre. Al 25 novembre anche quest’anno arriveremo con un carico di morti drammatico. Donne uccise, molte delle quali avevano già denunciato: perché non le abbiamo protette? E siamo pronti ad aiutare come società i figli di queste donne?". A porre questi interrogativi è Marisa Grilli, responsabile regionale Coordinamento donne Spi Cgil: "La violenza contro le donne è trasversale, è una questione di potere, di possesso, di incapacità della società di insegnare ai propri figli a saper conoscere, gestire e controllare le emozioni. C’è poi un problema di linguaggio, anche nei media: spesso si nota il tentativo di giustificare i casi di femminicidio, ad esempio parlando di raptus e follia, ma non è così". Altro tema forte quello degli strumenti a disposizione per proteggere le donne che subiscono maltrattamenti e sono a rischio: "Mi viene da chiedere – prosegue infatti Grilli – se le leggi che abbiamo in questo momento sono in grado di difendere le donne dal momento della presentazione delle loro denunce al momento prima che alcune di queste donne vengano uccise. Abbiamo gli strumenti? Li usiamo bene o no oppure questi strumenti non ci sono? Io sono convinta che dobbiamo fare qualcosa di più".

Violenza, pur non fisica ma ugualmente grave, è anche quella che impedisce alle donne "di sviluppare le loro carriere conciliandole con la gestione della famiglia e una mentalità imprenditoriale che vorrebbe la donna, magari non sposata e senza figli, relegata solo in alcuni ruoli".

S.N.