Una vita in difesa dell’ambiente: "L’uomo mette a rischio la natura. Dobbiamo riparare agli errori"

La naturalista Debora Bedini racconta i suoi monitoraggi sul territorio e la ricerca di dati scientifici

Una vita in difesa dell’ambiente: "L’uomo mette a rischio la natura. Dobbiamo riparare agli errori"

Una vita in difesa dell’ambiente: "L’uomo mette a rischio la natura. Dobbiamo riparare agli errori"

"Cerco di compiere il mio lavoro con rigore e serietà, sperando che, con le informazioni che raccolgo, si possano avere dati empirici utili a conoscere meglio l’ambiente. E capire in che modo noi esseri umani lo stravolgiamo e sconvolgiamo, così da avere gli strumenti per riparare agli errori fatti e preservare la biodiversità oggi presente".

Debora Bedini è una naturalista apuna che ha legato la sua vita alla scoperta, conoscenza e tutela della Natura. La passione è sbocciata presto ed è cresciuta quando ha realizzato "che altri prima di me avevano dedicato la vita allo studio, penso a Charles Darwin e Conrad Lawrence, così mi sono detta: lo faccio anche io. Dopo la laurea in Scienze naturali all’università di Pisa ho superato l’esame da agrotecnico". "Sin da piccola ho sempre amato stare a contatto con la natura – rivela – Passavo i pomeriggi dopo scuola a osservare gli animali che popolavano i campi agricoli di Battilana, dove ho trascorso la mia infanzia, studiando gli anfibi come rane e tritoni o i pesci che ancora si trovavano nei canali. Più crescevo e meno specie trovavo, di anno in anno le sponde verdi e rigogliose diventavano sempre più aride, le specie animali e vegetali diminuivano, a volte trovavo specie mai viste venute d’oltreoceano che si moltiplicavano rapidamente e sembravano nutrirsi di tutte le altre. Le acque limpide diventavano sempre scure, stagnanti e maleodoranti". Così ha iniziato a domandarsi cosa potesse fare per cambiare le cose. "Da adulta ho intrapreso il corso di studi in Scienze naturali all’università di Pisa e ho capito che la mia passione primaria era l’ornitologia. Ho conseguito la laurea con una tesi sulla migrazione del Biancone (o Aquila dei serpenti) sulle Alpi Apuane – spiega Bedini – Non con poche difficoltà ho fatto della mia passione il mio lavoro, che attualmente si basa su monitoraggi della flora e della fauna e studi specialistici sull’impatto delle attività antropiche sull’ambiente (Studi di incidenza e Studi di impatto ambientale, VIA, VAS e non solo). Quando compio le mie indagini cammino sui crinali delle Alpi Apuane, lungo i torrenti di montagna e i fiumi di pianura, dentro ai boschi. Fotografo piante e animali e annoto tutto sul mio taccuino". La naturalista guarda con ottimismo al futuro: "Credo che le nuove generazioni, grazie alla divulgazione scientifica, abbiano la coscienza di far parte di un mondo in cui l’essere umano è l’ago della bilancia nelle dinamiche ambientali, che siano preoccupati per il futuro e sensibili ai temi di salvaguardia dell’ambiente e che abbiano il dovere di fare attivamente qualcosa al fine di conservare e proteggere il pianeta – conclude – Vorrei in futuro ampliare il mio lavoro e aprirmi alla divulgazione".

Irene Carlotta Cicora