Storia di un passato dimenticato. Colonia ’Ugo Pisa’: missione rilancio. La ’Torino’ ancora in cerca d’autore

La prima nacque con i fondi della famiglia che volle onorare il senatore, l’altra svetta nella zona del Bondano

Storia di un passato dimenticato. Colonia ’Ugo Pisa’: missione rilancio. La ’Torino’ ancora in cerca d’autore

Storia di un passato dimenticato. Colonia ’Ugo Pisa’: missione rilancio. La ’Torino’ ancora in cerca d’autore

Il suo profilo in riva al mare è unico, come pure il suo parco. Come quasi tutte le consorelle del litorale, per decenni ha lottato contro degrado e abbandono, in passato un tentativo di ampliamento ha provato a rivitalizzarla, ma senza alcun successo, mentre adesso un progetto dovrebbe riportarla a nuova vita, non senza le immancabili polemiche. La colonia “Ugo Pisa” nasce tra il 1913 e il 1914 per volere di Luigi Pisa che la finanzia con i fondi di famiglia e la dedica alla memoria del padre Ugo, senatore del regno, già impegnato nella finanza, nel commercio e in quello che oggi si direbbe welfare.

Alla fine degli anni ’20 del XX secolo passa all’Opera Nazionale Maternità e Infanzia, ma dopo la guerra subisce l’inesorabile abbandono. Progettata dall’architetto Arrigo Cantoni, che di Ugo Pisa è genero avendone sposato la figlia Vittoria, la colonia si presenta con una caratteristica che la contraddistingue da tutte le altre colonie del litorale massese. L’edifico a monte rispetto alla strada litoranea è unito ad un altro collocato proprio in riva al mare, attraverso un cavalcavia che fa somigliare l’intero impianto ad un gigantesca H. Sul corpo a monte erano sistemati direzione e uffici amministrativi; sul mare c’erano invece dormitori, cucine, infermerie e le stanza adibite alle cure elioterapiche. Il cavalcavia era stato studiato per permettere il passaggio dei bambini, anche se malati, da un corpo all’altro senza attraversare la strada, mentre dalla parte a monte si accedeva anche al parco attrezzato.

I Pisa sono una famiglia ferrarese di banchieri (fondatori e padroni della Banca Zaccaria Pisa) e commercianti le cui origini risalgono alla comunità ebraica romana. Ugo nasce nel 1845, studia giurisprudenza a Pavia, fa esperienze consolari all’estero, entra nella banca di famiglia, e tra impegno politico (a Milano è consigliere e presidente della Camera di Commercio, consigliere comunale, senatore del regno su proposta di Zanardelli) e sociale, nel 1883 fonda il “Patronato di assicurazione e soccorso per gli infortuni sul lavoro”. Muore a Milano nel 1910. Per la colonia c’è il ballo un progetto finanziato dal Pnrr da oltre 16 milioni, che prevederà sei palazzine per l’Alberghiero. E poi centri per anziani e giovani, sub, Circolo vela e Museo del mare. Campi da padel, beach volley, tennis, basket, pallavolo e bocce.

La colonia “Torino” nasce invece alla metà degli anni trenta (i lavori iniziano nel 1936 e si concludono due anni dopo). Solo due anni per edificare dal nulla la colonia, un altro manufatto che in riva al mare, località Bondano, è testimone di un tempo quando ciò che veniva costruito restava in piedi, contrariamente a tante scuole nate del dopoguerra e che oggi stanno subendo l’onta dell’abbattimento perché non più sicure nella loro stabilità.

Progettata dagli architetti Ettore Sottsass e Alfio Guaitoli per ospitare 800 bambini e 200 bambine, provenienti dal capoluogo piemontese, la struttura è caratterizzata da sei padiglioni di misure ragguardevoli, parallelepipedi disposti o parallelamente o ortogonalmente al mare, ma tutti caratterizzati da grandi finestre rettangolari, con oblò in corrispondenza delle rampe di accesso. L’edificio principale è a quattro piani, gli altri ne presentano due o tre, mentre la palazzina riservata al dormitorio femminile è ad un piano. Nel dopoguerra l’edificio sopravvive per qualche tempo con la funzione di colonia, poi ospita anche una scuola, ma alla fine degli anni ’60 del ‘900 subisce il solito destino di degrado e abbandono.

Maurizio Munda