L’odissea del portale del Biduino. Un pezzo di storia oltre Oceano

La scultura in marmo adornava l’ingresso della piccola chiesa di San Leonardo al Frigido. Per vedere l’opera originale occorre acquistare il biglietto al Metropolitan Museum di New York . .

L’odissea del portale del Biduino. Un pezzo di storia oltre Oceano

L’odissea del portale del Biduino. Un pezzo di storia oltre Oceano

C’era un tempo che si mostrava in tutta la sua bellezza, in un luogo dove molti passavano per recarsi a Roma. Un tempo che è durato secoli, fino a quando un terremoto è pesantemente entrato nelle sue vicende, poi colte al volo dai soliti speculatori che lo hanno strappato alle sue origini e attraverso diverse vicende è arrivato negli Stati Uniti, ad arricchire musei di un Paese che di antico ha molto poco da mostrare. E’ il portale del Biduino, una scultura in marmo che adornava l’ingresso della minuscola chiesa di San Leonardo al Frigido, un edificio religioso costruito sulla via Francigena e che, nonostante oggi sia quasi nascosto ai più, nei pressi delle fosse del Frigido, per secoli è stato una tappa dei pellegrini in viaggio verso San Pietro. La vicenda del portale è molto simile a quelle di tante opere d’arte italiane che spariscono e poi riappaiono improvvisamente in qualche museo straniero che ne rivendica la proprietà, magari senza neppure dimostrare come ne sia entrato in possesso, e che non ci pensa neppure a restituire.

Le origini del portale affondano intorno all’anno 1175 quando viene collocato nella chiesa di San Leonardo al Frigido, proprio dove la tabula Peutingeriana (la copia medievale di una carta romana che riporta le vie dell’impero) segnala una mansio romana con il nome di “Ad Tabernas Frigidas”. E a San Leonardo il portale resta fino al 1878, quando un terremoto distrugge parzialmente la piccola chiesa. Da qui inizia un viaggio, complice la solita incuria che, soprattutto in passato, ha caratterizzato i rapporti con tante opere d’arte. Prima ceduto dal proprietario della chiesa ad antiquari che lo portano a Firenze, qui è venduto per duemila franchi d’oro alla nobile famiglia dei Benkeudorff-Schouvaloff che se lo porta nella villa di Nizza. Dopo un cinquantennio il portale attraversa l’oceano per sbarcare negli Stati Uniti e negli anni sessanta del XX secolo è nelle sale del Metropolitan Museum di New York. Il portale, in marmo di più tipi, rappresenta alcune figure di animali (leone e scimmie), sul pilastro sinistro una Annunciazione a Maria e una Visitazione a Elisabetta, sul destro San Leonardo confessore. In alto due capitelli quasi uguali, mentre il portale raffigura l’entrata di Gesù in Gerusalemme. Dell’autore non si conosce molto: le origini sono tra il comasco e il canton Ticino, attivo in Toscana come scultore e architetto negli ultimi decenni del XII secolo, si forma alla scuola di Bonanno Pisano, ha lasciato opere in lucchesia e nel pisano.

Diverse le iniziative che hanno visto la luce in città per accendere i riflettori sul portale: nei primi anni ’90 del ‘900 un comitato composto da enti locali e istituti privati aveva tolto un po’ di polvere dalla vicenda, con la realizzazione di un calco da cui sarebbe stata ricavata una copia da collocare a San Leonardo. Nel 1994 palazzo Ducale ospita una mostra iconografica del portale, dopo una vicenda giudiziaria conclusa nel 2014, che interessa il calco che nel frattempo era stato realizzato alla fine degli anni ’80. C’è anche un tentativo di acquisto dell’originale da parte della Amministrazione provinciale. Nel 2019 finalmente il calco, passato alla proprietà della Provincia, è esposto nelle sale della ex presidenza del palazzo Ducale di Massa, ancora oggi visibile, mentre per vedere l’originale occorre acquistare il biglietto per gli Stati Uniti o aspettare ancora. E non si sa per quanto.

Maurizio Munda