Gare remiere, storia e passione "Muscoli e testa per vincere La forza è avere il gruppo unito"

Nella sede del Comitato organizzatore, sugli scali Finocchietti, presieduto da Maurizio Quercioli "Il mio sogno è trovare un campione anche in questo sport che a Livorno si fa ancora gratis".

Gare remiere, storia e passione  "Muscoli e testa  per vincere  La forza è avere il gruppo unito"

Gare remiere, storia e passione "Muscoli e testa per vincere La forza è avere il gruppo unito"

di Michela Berti

Un piccolo gioiello di storia sugli Scali Finocchietti, è la sede del Palio Marinaro - inaugurata nel 2020 - che custodice le memorie di questa antica tradizione livornese: l’arte del remo. Ci apre il portone Maurizio Quercioli, presidente del comitato organizzatore Palio Marinaro per mostrare, con una punta di orgoglio, quello che è stato fatto durante il suo mandato che ha permesso di scrivere - non senza fatica - un pezzo di storia della nostra città.

All’ingresso c’è un enorme plastico che riproduce il Pentagono del Buontalenti: 10-11 maggio del 1949 quando i livornesi cercarono di difendere la città dall’invasione degli austriaci. Quercioli è un libro di storia e non si stacca da quel plastico perchè quello che oggi è Livorno parte proprio da lì. Accanto c’è il bellissimo quadro di Mario Ughi che riproduce tutti i simboli della nostra città: Quattro Mori, la Fides, i timoni con la bandiera dell’Italia e in mezzo... gli occhi dell’artista. Al centro del salone il gozzo più antico, ’il capitano Launaro’ e che riporta la memoria all’affondamento del sommergibile Veniero con a bordo il capomacchine Alberto Launaro, livornese di Borgo Cappuccini. "Il Launaro vinse per dieci anni – racconta Quercioli – Poi ci fu il conflitto bellico e la barca fu recuperata dopo guerra ma passò nelle mani dell’Antignano che, con questa barca, vinse. L’altro componente del Veniero era un marò di Antignano, le storie si intracciano per dare un’anima a questa imbarcazione". Se ne persero le tracce fino a quando nel 2017 - racconta il presidente - fu segnalata a Rosignano tra i rovi: "Grazie al cantiere Lorenzoni l’abbiamo ricostruita. Questa barca il prossimo anno fa cento anni, e vogliamo celebrarla anche per ricordare che certe tradizioni sono nate da una necessità lavorativa".

E veniamo ai nostri tempi, sono quattro le competizioni che segnano l’estate del remo: Santa Giulia - fino a qualche anno fa anche il Palio dell’Antenna che il comitato organizzatore sta cercando di ripristinare – . "Poi la prima domenica di giugno (quest’anno il 4 giugno) c’è la Risiatori – continua Quercioli – sono più di 7mila metri. Poi dopo circa 15 giorni (il 17 giugno) la Barontini. Un paio di settimane di separazione sono importanti perchè la particolarità delle gare livornesi è che sono tutte diverse quindi gli allenamenti dei vogatori si devono riadattare. La Barontini viene disputata sulpentagono del Buontalenti. E infine il Palio Marinaro (primo luglio quest’anno) , tra fine giugno e primi giorni di luglio tempo permettendo, davanti alla Terrazza Mascagni dove è nata".

I rioni in gara sono 8, nel 1925-26 erano il triplo. "Poi negli anni ’50 siamo arrivati a 16 rioni – spiega Quercioli – e oggi siamo a 8 con l’accorpamento di alcuni quartieri". Ardenza, Borgo Cappuccini, Labrone, Ovosodo, Pontino, San Jacopo, Salviano e Venezia. Rioni e colori, dietro tante storie. Colori. "Posso dire che, ad esempio, il colore dell’Ovosodo è perchè l’allora presidente era molto legato al Papa dell’epoca e decise di fare i colori del Vaticano. Particolare la storia del Venezia, il più blasonato. Aveva colore rosso ma nel periodo fascista non piaceva al regime che chiese di cambiarlo: così ci fecero una banda bianca. Borgo Cappuccini poi aveva gruppi anarchici e la barca nera con una striscia rossa. A Costanzo Ciano, che stava in piazza Giovane Italia, questo non piaceva e sostituì i colori con bianco e nero".

La tradizione non sempre è facile da tramandare. Anche a Livorno manca un po’ il ricambio generazionale. "I ragazzi non amano il sacrificio sportivo e fanno fatica a fare gruppo che, in questo sport, è fondamentale. Lo sport è un motivo di educazione e deterrente per le devianze, tra l’altro a Livorno è gratuito. Per non parlare della vita nelle cantine, la socialità aiuta a stare con gli altri mentre oggi c’è troppo individualismo.

Fare gruppo è la priorità. I dieci vogatori devono essere uno solo. "Si fa attività fisica – continua il presidente – ma l’unione deve essere anche nelle docce, come si dice". Quercioli fa tutto questo per passione. "E’ l’amore che non ti fa sentire la fatica. E’ facile perdere le tradizioni, difficile è mantenerle. Per questo ringrazio tutti quelli che si impegnano per dare una mano". Sensibilizzazione anche nelle scuole che hanno partecipato al sorteggio corsie il 20 maggio in piazza Grande. "Ribadisco che questo sport è gratuito e tardivo, si inizia a 14 anni quando gli altri sport ti mandano via. C’è un amico che voga a 61 anni, insomma... Fino a quando si tiene i remi in mano".

Il sogno? "Mi piacerebbe ritrovare un campione di questa disciplina. Perchè avere un campione aiuta a ad avvicinare le persone a questa attività".