Castori, l’allenatore giusto al momento giusto

Dopo l’addio di Alvini non era facile trovare una soluzione che facesse smaltire la delusione: il Perugia ha scelto il tecnico più adatto

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Non era facile sostituire un allenatore che era riuscito a entrare, dopo anni, nel cuore del popolo perugino, poco incline a esternare i sentimenti e a regalare complimenti. C’era forse solo un nome capace di restituire fiducia ai tifosid el perugia, dopo l’addio del tecnico Massimiliano Alvini, e questo era Fabrizio Castori. Allenatore esperto, vincente, navigato, in una parola una garanzia. Il Grifo di Massimiliano Santopadre lo ha scelto dopo essere stato abbandonato da un tecnico che ha preso un treno che non passa tutti i giorni, quello della serie A.

Per voltare pagina senza troppi strascichi sarebbe dovuto arrivare qualcuno in grado di far dire: "Però è arrivato uno vero". Castori, bestia nera del Grifo, oggi ha un compito piuttosto arduo: guidare la squadra biancorossa nel terreno minato del prossimo campionato, ricco di blasone, nobili decadute, squadre molto ambiziose e le solite sorprese.

"Per vincere in serie B bisogna correre molto, io ammazzo i miei giocatori ma le mie squadre finiscono sempre i campionati vincendo. Sono arrivato in A vincendo tutte le categorie, vuol dire che le mie idee pagano e mi rafforzano", ama dire il nuovo allenatore biancorosso, che rifiuta il calcio in orizzontale e il possesso palla fine a se stesso.

Dieci promozioni alle spalle tra Terza Categoria e Serie B, dice di fregarsene delle mode: "Trovatemi lo scienziato che dice che il calcio bello è quello con cento passaggi".

Il tiki taka lo annoia, il suo dogma è la costante ricerca della verticalità: "Il mio è un calcio efficace, per me il passaggio orizzontale in difesa non serve a niente".

E ancora: "Il mio non è un calcio moderno? Rifiuto questa etichetta – ha detto Fabrizio Castori in un’intervista a La Gazzetta dello Sport – Il pallone se lo possono portare anche a casa, io mi prendo i tre punti. Il mio punto di riferimento è la velocità con cui si arriva a tirare in porta".

Il Perugia sta lavorando per consegnargli una squadra che possa esprimere al meglio i suoi concetti, intanto gli ha regalato un paio di pedine che lui conosce bene, come Tiago Casasola e il giovane Edoardo Iannoni (classe 2001) che già nel pre campionato ha fatto parlare di sé per una maturità quasi innaturale alla sua età.

Nell’ultimo anno, dopo l’esonero amaro da Salerno, Fabrizio Castori ha visto spesso e volentieri le partite del Perugia al "Curi", e il giorno che è arrivato a Pian di Massiano ha rimarcato i suoi concetti. "Mi ha cercato il direttore e poi ho parlato con il presidente, sono stato molto chiaro. I soldi non sono la cosa più importante, a volte i soldi fanno perdere qualcosa. Noi dobbiamo cercare di essere organizzati, determinati e un po’ cattivi. Il curriculum? Non sono uno che se la tira, non ho atteggiamenti da prima donna. Dove alleno alleno, io non voglio perdere mai, indipendentemente dai mezzi che hai. In Serie A ci deve andare chi merita, non il bacino d’utenza. Vengo con tanto entusiasmo, non voglio deludere le aspettative, a me la pressione piace perché mi fa rendere di più, mi piace la piazza che si infiamma!".

Durante il pre campionato ha dovuto fare i conti con qualche defezione, ma questo ha permesso a Castori di mischiare le carte e provare soluzioni alternative.

Adesso l’attesa è finita. Il Perugia del tecnico marchigiano è pronto. Sicuramente a dare battaglia.