BENEDETTO FERRARA
Calcio

Italiano scatta nel futuro Da ambizioso a vincente Via alla sfida più delicata

Bel gioco e il ritorno in Europa il primo anno. Tanta la sofferenza nel secondo

Italiano scatta nel futuro  Da ambizioso a vincente  Via alla sfida più delicata

Italiano scatta nel futuro Da ambizioso a vincente Via alla sfida più delicata

di Benedetto Ferrara

Il primo anno ha stupito tutti riportando il gioco del calcio a Firenze e la Fiorentina in Europa. Il secondo ha sofferto, combattuto e, soprattutto, imparato. Il buio, la luce, le lacrime di una città per due finali perse per strada, dopo un allungo pazzesco. E adesso? Adesso Vincenzo Italiano dovrà trovare la sintesi luminosa delle prime due storie: ora ha tutto ciò che voleva, quello che la società gli ha aggiunto nello spogliatoio per affrontare la stagione della verità. La Fiorentina e il suo allenatore sono cresciuti insieme, hanno attraversato lampi di entusiasmo e banchi di nebbia per costruire se stessi, le proprie ambizioni.

Ogni allenatore è un brand. Mourinho il grande provocatore, Conte e il suo ego granitico. Ancelotti il calmo, il più grande, il gestore dei top. E Vincenzo cosa diventerà? E’ ambizioso? Certo che sì. E parecchio. Certo, durante la passata stagione ha dovuto fare i conti coi propri limiti. Lui, dal karma post zemaniano, ha iniziato a vivere la vita degli adulti là dove il calcio non è più uno scherzo. Ti vendono il centravanti a gennaio e tu non lamenti e chiedi i gol al tuo regista. Il regista se ne va e tu vai avanti zitto per la tua strada e un giorno arrivi in sala stampa e compi il gesto più umano in un mondo dove l’umanità è merce rara: ammettere di essere in difficoltà. Sì, questo quarantenne, regista compassato sul campo e adrenalina in purezza in panchina, si rimesso in discussione. Mentre a parare le critiche ci pensavano i suoi dirigenti, lui ha ascoltato, riflettuto, cercato una soluzione: il dogma zemaniano non era più applicabile al cento per cento, Amrabat non è un regista, non è il suo lavoro e mai lo sarà. Nasce, all’occorrenza, un 4-2-3-1 dove il mediano può diventare centrale difensivo aggiunto e uno dei due centrali sale e aggiunge una variabile in avanti.

La Fiorentina rinasce, si ripulisce da quella noiosa patina di prevedibilità. Non era facile correre su due binari, anzi su tre. Italiano lo ha fatto, perdendo un trofeo per pura ingenuità e ritrovando l’Europa per le sbandate finanziarie degli altri. Cosa lascia tutto questo nel cuore di un siciliano duro e puro? Orgoglio, quello che dovrà essere benzina per la rivincita di una squadra e di una città. Educato e compassato davanti ai media, Vincenzo Italiano il capolavoro lo ha fatto empatizzando coi suoi, trasmettendo motivazione nei momenti più difficili.

Un capolavoro a metà che merita una conclusione degna di questo nome. Perché a mollare la presa non ci ha pensato nemmeno un secondo. Lui voleva un centravanti, ne sono arrivati due. E Firenze torna a sorridere. Il tre è un numero magico. La terza stagione quella che ci racconterà la verità su mister andrenalina, quello che il calcio è comandare, sorprendere, divertire e, magari, andarsi a prendere un sogno.