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Poliziotto vince contro il ministero dell’Interno: «Ora è in servizio vicino alla famiglia»

Braccio di ferro legale. Il segretario del Siulp Masella: «Prima sentenza del genere in Toscana»

Un'auto della polizia

Siena, 28 ottobre 2023 – Anche i poliziotti sono uomini. Hanno famiglia e figli. E diritti da far valere alla stregua degli altri dipendenti pubblici. Come quello di poter stare vicino ai propri piccoli nei primi anni di vita, vedendo tutelata la propria genitorialità. E non essere costretti a rimanere distanti centinaia e centinaia di chilometri dalla famiglia per lavorare.

E’ questo il ’terreno’ da cui prende le mosse una sentenza del Consiglio di stato particolarmente importante. Che Cesare Masella, segretario generale del Siulp (sindacato unitario lavoratori di polizia) afferma essere «il primo pronunciamento del genere in Toscana. Siena ha fatto da apripista ottenendo un risultato di straordinaria importanza».

Si tratta del caso di un giovanissimo poliziotto a cui il ministero dell’Interno aveva, spiega il Siulp, ingiustamente negato la concessione di un diritto invocato, in quanto genitore di un neonato, ad essere assegnato per tre anni nella sede di servizio più vicina a quella in cui il piccolo e la moglie (o compagna) hanno stabilito la dimora di famiglia.

«Un diritto – spiega il sindacato – peraltro previsto dall’articolo 42 bis del decreto legislativo 151/2001 che invece l’amministrazione nega sistematicamente adducendo pretestuose esigenze di servizio o carenze di organico nella sede presso cui il dipendente è effettivo».

Così è accaduto al poliziotto iscritto al Siulp di Siena che ha presentato la domanda nel dicembre 2021 che non è stata accolta.Si è messo a lavoro un team di esperti, guidato dall’avvocato romano Mariagrazia Rua e «dopo quasi due anni il collega – spiega il sindacato – ha ottenuto di essere assegnato vicino alla dimora della famiglia dove potrà, per i prossimi tre anni, svolgere appieno il proprio ruolo genitoriale come la legge prevede».

Una battaglia combattuta prima davanti al Tar di Firenze che ha condannato tra l’altro l’amministrazione a pagare 4 mila euro di spese legali. Ma il ministero dell’Interno, entro i 30 giorni previsti per l’esecuzione coattiva dell’assegnazione alla sede richiesta, ha chiesto la sospensione al Consiglio di Stato. Che l’ha respinta infliggendo all’amministrazione il risarcimento delle spese legali. Il poliziotto che era in servizio nella provincia di Siena si trova già in quella di Matera dove resterà per i prossimi tre anni.