Non pagano le tasse per acquistare beni di lusso: nove indagati

Chiudevano le società dopo avere ricevuto le cartelle esattoriali

Guardia di Finanza (immagine di repertorio)
Guardia di Finanza (immagine di repertorio)

Siena, 5 ottobre 2023 - Acquistavano beni di lusso, ma non pagavano le tasse, per questo nove persone sono state indagate. Per oltre dieci anni avrebbero utilizzato le società chiudendone una e aprendole successivamente un’altra, rendendole inattive dopo avere ricevuto le cartelle esattoriali.

Nove persone sono state oggetto di indagini della Guardia di Finanza di Siena, dirette dalla locale Procura della repubblica, perché invece di pagare le imposte dovute da sei società chiuse e aperte nel corso degli anni, con quelle somme, secondo quanto sarebbe emerso dalle indagini, acquistavano beni di lusso, ricariche di conti, gioco on line e facevano centinaia di prelevamenti di contante ed emissioni di assegni senza alcun collegamento con l'attività d'impresa svolta.

I reati ipotizzati sono di associazione per delinquere, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, riciclaggio ed auto riciclaggio, malversazione di denaro pubblico nonchè bancarotta fraudolenta. Le indagini delle Fiamme Gialle avrebbero fatto emergere l'avvicendamento, più volte ripetuto, nella carica di amministratore delle società, da parte di cinque degli indagati. Per oltre dieci anni hanno utilizzato le società chiudendone una e aprendole successivamente un'altra, rendendole inattive dopo avere ricevuto le cartelle esattoriali emesse per il loro ingente debito erariale. Nelle nuove società venivano dirottati i fondi drenati dalle precedenti. Una parte delle somme distratte era costituita da un finanziamento di 25.000 euro con garanzia pubblica, erogato secondo la normativa emergenziale e la cui destinazione era vincolata al fabbisogno aziendale. Per questo modo di operare il Pubblico ministero ha richiesto l'apertura di una procedura di liquidazione giudiziale nei confronti della società e l'adozione di misure cautelari per impedire che questa attività continuasse. Il giudice per le indagini preliminari, accogliendo la richiesta del pubblico ministero ha disposto nei confronti di cinque persone, gli indagati principali, sull'ipotesi di bancarotta fraudolenta e di malversazione, e ha deciso il divieto di esercitare gli uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese per dodici mesi nonchè il sequestro preventivo per confisca del "profitto dei reati" fino a 2,8 milioni di euro. Maurizio Costanzo