Siena, "Monte dei Paschi fuori dal periodo oscuro. Strada libera per qualsiasi strategia"

L’ad Lovaglio e il cfo Maffezzoni sul bilancio 2022 della banca, chiuso con una perdita di 205 milioni

L'ad di Banca Mps Luigi Lovaglio

L'ad di Banca Mps Luigi Lovaglio

Siena, 9 febbraio 2023 – «E’ solo una questione di tempo. La banca è uscita dal periodo oscuro e ha davanti a sè la strada spianata per qualsiasi operazione dovesse intraprendere. Adesso è nella posizione ideale da tutti i punti di vista. Ho una visione chiara e siamo impegnati a raggiungere i nostri obiettivi, vogliamo procedere il più rapidamente possibile. Dopo anni di navigazione difficili, oggi siamo certi di raggiungere un porto sicuro".

Approfittando della rituale domanda sulle richieste di risarcimenti, quesito d’obbligo quando il Monte dei Paschi presenta i suoi bilanci, l’amministratore delegato Luigi Lovaglio ripete il suo bollettino di nocchiero che ha condotto la nave ’in gran tempesta’ verso un punto d’approdo.

«È trascorso un anno da quando ho avuto l’onore di sedermi in prima fila in questa banca, non pensavo che dopo solo 7 mesi dall’avvio del piano mi sarei trovato qui a presentare risultati trimestrali con un utile di 156 milioni di euro, un cost income del 60% e un core tier 1 del 15,6%", ha detto Lovaglio.

Sono i numeri del quarto trimestre, quelli che per l’ad di Rocca Salimbeni rappresentano "un punto di svolta" per la banca, "nel pieno di un viaggio rigoroso e disciplinato" che la condurrà "alla destinazione fissata dal piano industriale".

Il bilancio complessivo del 2022, che ha beneficiato di un dodicesimo di tagli al costo del personale, 25 milioni di euro, è la prova che il Monte è il grado di generare utili e capitale nel tempo. Anche se i conti evidenziano una perdita di 205 milioni di euro a fine anno.

Tornando al ’petitum’ e agli appuntamenti rituali con i classici ’reclamanti’, Banca Mps ha ricevuto a gennaio una lettera con la quale vengono lamentati danni per 700 milioni di euro, riguardo all’informazione finanziaria degli anni passati. Richiesta che ha fatto salire il totale a 4,1 miliardi di euro.

"Nelle prime settimane del 2023 - ha ricordato Lovaglio - ci sono state due nuove sentenze positive che confermano il trend giurisprudenziale degli anni precedenti. La maggioranza delle richieste extragiudiziali, che ammontano a 2,2 miliardi di euro, è promosse dalla stessa società di consulenza per conto di investitori istituzionali, nella maggior parte dei casi caratterizzate da mancanza di documentazione, di legittimazione e nesso causale".

E non c’è bisogno di fare il nome del richiedente i danni, è noto alle cronache. "A fine marzo - ha aggiunto l’ad - ci sarà una sentenza d’appello che dovrebbe confermare il giudizio positivo sui comportamenti della banca. Anche l’inchiesta sui crediti deteriorati, relativa ai bilanci 2014-2016, riguarda delle scelte contabili che hanno adottato anche altre banche".

A differenza del suo predecessore, Luigi Lovaglio scrolla le spalle e liquida con gli stessi argomenti le pretese di risarcimenti miliardari avanzate da Giuseppe Bivona & soci. Preferisce mettere l’accento sulla rotta imboccata dal Monte. Senza i costi di ristrutturazione, i 925 milioni contabilizzati nel terzo trimestre per incentivare l’esodo di 4.125 dipendenti, il Monte avrebbe registrato utili netti per 700 milioni.

E invece il bilancio si è chiuso in rosso per 205 milioni, rispetto ai 310 milioni di utile del 2021. Anche se l’ad ribadisce che l’obiettivo di un utile prima delle imposte di 700 milioni di euro potrà essere raggiunto già nel 2023.

Piazza Affari in apertura di seduta sembrava aver recepito il ’claim’ della presentazione dell’ad, affiancato da Andrea Maffezzoni, responsabile dell’area finanza. Il titolo Banca Mps è cresciuto fino al 4,5% in mattinata, a 2,48 euro, salvo poi ripiegare a metà seduta e chiudere a - 3,12%, a 2,315 euro.