Archeologi senesi nel cuore dell’Iraq. Ricostruiscono le mura di Ninive

L’antica cinta distrutta dai raid dell’Isis. "Al lavoro anche con i droni"

L’equipe senese in Iraq con il drone

L’equipe senese in Iraq con il drone

Siena, 28 novembre 2018 -  Da Siena a Ninive, l’antica città sulla riva del Tigri, per un progetto di ricostruzione delle mura distrutte dalla follia dell’Isis. Un progetto internazionale, che vede tra i protagonisti Ats, una società senese nata nel 2009 come spin off dell’università e andata sul mercato a tempi record, in meno di un anno. Segno questo che l’idea di associare la ricerca archeologica alle ultime frontiere della tecnologia era un’idea vincente.

Ad averci  scommesso sono stati Francesco Pericci e Matteo Sordini, il quale è rientrato proprio in questi giorni dall’Iraq, dove ha lavorato insieme a Stefano Campana, del Dipartimento di scienze storiche e beni culturali dell’università di Siena. «Siamo andati a valutare i danni causati dall’Isis sulla città di Ninive – spiega Pericci – sia sulle mura esterne sia all’interno. Per farlo ci siamo avvalsi delle nostre tecnologie, che comprendono anche droni». Droni sull’Iraq, quindi, ma stavolta per ricostruire ciò che è stato distrutto e restituire all’umanità una preziosa testimonianza, vittima del fondamentalismo religioso. Il progetto è del Ministero dei beni culturali e degli affari esteri, diretto da Alessandro Bianchi e coordinato scientificamente da Stefania Berlioz.

«Di formazione  siamo archeologi – ci spiega ancora Pericci – ma abbiamo sempre lavorato con tecnologie applicate e quindi strumentazioni geofisiche, come droni e strumenti dedicati ai rilievi». Insomma, quel che avrebbe potuto fare Indiana Jones se avesse avuto a disposizione i gadget di 007. Il primo lavoro è stato per Autostrada BreBeMi Spa, per la quale hanno condotto un’indagine di archeologia preventiva su tutto il tracciato (circa settanta chilometri). Hanno partecipato al restauro del tetto della chiesa della Natività di Betlemme e hanno collaborato a un progetto di diagnosi e monitoraggio per Pompei, dove sono stati chiamati dopo i cedimenti del 2015 per mettere al sicuro le strutture.

Un altro progetto internazionale li ha visti impegnati nell’area archeologica di Phestos (Creta). «Nel corso di dieci anni di attività – spiegano – Ats ha progettato ed eseguito importanti interventi di archeologia preventiva, diagnostica non invasiva, scavo archeologico, rilievo e modellazione 3D e valorizzazione dei beni culturali in ambito nazionale ed estero». Cinque soci e altrettanti collaboratori formano la squadra al completo di questa società di cui Pericci è presidente e Sordini vice presidente. Si può definire come una società di servizi anche per architettura e ingegneria, il cui ‘core buisness’ batte però nel mondo dei beni culturali, con interventi legati alle grandi opere infrastrutturali, scavi archeologici, monumenti e progetti di valorizzazione. Un’eccellenza nata nell’università di Siena che oggi è cresciuta al punto di essere un referente per progetti internazionali di salvaguardia e recupero.