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"Vi racconto l’amore per i cani e il tartufo"

Mario Vannini, istruttore cinofilo e cercatore: "Tutti ne fanno un gran parlare, ma servono più tutele per questi animali"

Ebby gli salta addosso e lo bacia, Benito lo guarda con due occhioni pieni d’amore. Lo stesso amore che Mario prova per loro, suoi ‘compagni di vita’. E’ stata proprio la passione per i cani e più in generale per gli animali – suoi il cavallo Rocco Ro, ora in pensione, Balentia, protagonista anche in provincia – e per la natura a spingerlo verso una nuova, doppia, avventura professionale: nel 2008 Mario Vannini, senese, del Valdimontone, ha preso il tesserino per diventare cercatore di tartufi, un anno e mezzo fa quello per istruttore cinofilo.

Due cammini intrecciati, anche con altre occupazioni: fa la guida in tour alla scoperta di questa preziosa ricchezza della terra ed è titolare di un locale a San Giovanni d’Asso, il Caffè Bistrò Tartufi Tour (Tartufi Tour sui social). Al centro del suo mondo i cani: chiaro il messaggio. "Da sempre, e in particolare da quando il tartufo è diventato patrimonio Unesco – spiega – tutti ne fanno un gran parlare, tutti si avvalgono del titolo. Ma poche volte ho sentito qualcuno soffermarsi sul benessere del cane da tartufo, non ci sono leggi né regionali, né nazionali che lo tutelino. Spesso, e per fortuna questo non accade nella nostra zona, anche grazie all’impegno delle associazioni che vigilano sul territorio, come quella di cui sono vicepresidente, alcuni cani vengono avvelenati. Sono esseri viventi, che hanno bisogno di cure e attenzioni, se si prendono vanno tenuti bene, non sono macchine da lasciare sul ciglio di una strada. E anche per formare un cane da tartufo servono competenze e attenzioni: il mio addestramento, per esempio, si basa sul gioco, non sulla costrizione, per l’animale deve essere un divertimento". Preferibile che l’addestramento avvenga con il proprietario. "Sì, anche se non mi piace chiamarlo così – ribatte Mario – perché i cani non hanno un padrone. Posso farlo anche da solo, ma in binomio è meglio, perché si abituino ai comandi, al tono di voce. Anche perché i cani sono tutti diversi, ci sono quelli che apprendono prima, quelli che apprendono dopo, alcuni hanno un carattere, altri un altro. E poi è bene che fin da cuccioli socializzino, facciano esperienze, vadano in giro, viaggino in auto: questo perché diventino tranquilli, non crescano timorosi o sviluppino problematiche. Ci sono poi razze, come il Lagotto che va tosato, che hanno bisogno di cure particolari. Tutti possono essere addestrati al tartufo, purché abbiano un’indole tranquilla".

Ha un sogno Mario. "Aprire un centro cinofilo sia per cani di affezione che da tartufi – afferma –. Una struttura che possa proporre anche serate a tema, con al centro il tartufo, perché la gente possa scoprirlo e conoscerlo. Se mi sono avvicinato al mondo del tartufo è grazie a un amico, Roberto Martini, mentre a quello della cinofilia grazie all’istruttore Giovanni Calderini. Oggi i tartufai sono prolificati, ma andare a cerca non è un’attività semplice come si crede. Non è tutto rose e fiori, bisogna conoscere bene il territorio, le piante, le stagioni. E serve un compagno a quattro zampe, da accudire e amare".

Angela Gorellini