Vaiolo delle scimmie: "Via alla vaccinazione, ma non di massa"

Elena De Sanctis, direttore dell’Igiene e sanità pubblica dell’Asl, chiarisce: "Il virus colpisce l’uomo soprattutto di sesso maschile e sotto i 40-45 anni. Somministrazione su richiesta degli interessati"

Allarme per la diffusione in Italia del vaiolo delle scimmie

Allarme per la diffusione in Italia del vaiolo delle scimmie

Siena, 10 agosto 2022 - "Il Covid non è finito , teniamo alta la guarda per l’autunno. Nel frattempo attenzione anche al vaiolo delle scimmie, non si può escludere uno scenario simile a quello dell’Aids". Il monito è di Antony Fauci, scienziato alla guida della task force sanitaria della Casa Bianca. Si alza l’allarme mondiale per un nuovo virus, anzi per il ritorno di una malattia infettiva, il vaiolo, dichiarato eradicato grazie al vaccino somministrato fino agli anni ’70. "In realtà il virus del vaiolo umano è scomparso da noi negli anni ’70, ma è rimasto endemico in tanti Paesi, in Africa ad esempio. Il vaiolo delle scimmie di oggi è diverso, meno virulento, ma appartiene alla stessa famiglia di quello umano degli anni ’70", spiega la dottoressa Elena De Sanctis, direttore dell’Igiene e sanità pubblica dell’Asl Toscana Sud Est.

Direttrice, in Italia è partita la vaccinazione contro il vaiolo delle scimmie. Anche in Toscana?

"Ema ha ampliato l’uso del vaccino degli anni ’70 e c’è una circolare ministeriale che ha riavviato questa vaccinazione in 4 regioni italiane, dove si sono manifestati più casi: in Veneto, Lombardia, Lazio ed Emilia Romagna. Per il momento non è scattata in Toscana".

Chi è a rischio di contrarre la malattia?

"Dalla distribuzione dei casi si è visto che il virus attuale, quello delle scimmie, colpisce primati, roditori e anche l’uomo, soprattutto di sesso maschile, sotto i 40-45 anni, dunque persone mai vaccinate per il vaiolo. La protezione del vaccino somministrato fino ad inizio anni ’70 è ancora potenzialmente efficace, anche se ridotta. La diffusione attuale del virus riguarda per lo più giovani, maschi e con comportamento omosessuale. Questo non vuol dire che la malattia sia in esclusiva a queste persone e non si possa estendere ad altre".

Come avviene il contagio?

"La trasmissione è per contatto diretto con la cute infetta e quindi per via sessuale; ma si trasmette anche con goccioline di saliva o per contatto con animali morti, primati o roditori, che ne sono portatori, in alcuni Paesi dove il virus ha continuato a circolare".

A chi è consigliata la vaccinazione per il vaiolo?

"A chi ha certi comportamenti sessuali, a chi ha contatti a rischio. Non è prevista la vaccinazione di massa, non essendo la trasmissione ’facile’, solo per vicinanza, né il virus così diffuso. E’ il diretto interessato a doverne fare richiesta".

La vaccinazione è sempre con il ’marchio’ sul braccio?

"Il vaccino è lo stesso, ma è una iniezione intramuscolo sul braccio. E’ fatta da 18 anni in su, con due dosi, a distanza di un mese. E’ un vaccino vivo e attenuato (non virulento, non sviluppa malattia), pertanto può essere fatto anche a soggetti immunodepressi, con effetti moderati".

La malattia come si manifesta? Sintomatologia grave?

"Si manifesta solo con sintomi sistemici, febbre ed eruzioni cutanee nelle zone genitali, su tronco, gambe e braccia, mani e piedi. L’evoluzione è nella comparsa di croste e quando queste cadono, la malattia finisce: fra l’inizio dei sintomi e la caduta delle croste può durare una ventina di giorni. E’ previsto isolamento solo per gli infetti, non per i contatti che, se asintomatici, non vanno in quaratena ma devono monitorare il proprio stato di salute per 21 giorni dal contatto e segnalare subito al medico la comparsa di sintomi".

Perché non c’è preoccupazione come per il Covid o l’Aids?

"In Europa c’è stato solo un decesso; la trsamissione è solo per contatto stretto e a differenza dell’Aids, il vaccino c’è".