
Una Posta da record. Due giorni di pienone
I ragazzi dell’associazione Pyramid hanno scelto Bosco Isabella, straordinario giardino di fine Ottocento, per ospitare La Posta Letteraria, il festival del libro che da sei anni richiama i nomi più importanti del giornalismo e della letteratura. Un progetto in crescita e che ha riscosso ancora un grande successo, contando un boom di presenze.
Ad aprire il festival è stato lo storico corrispondente della Rai Antonio Di Bella con ’L’impero in bilico. L’America al bivio tra crisi e riscossa’ (Solferino), un’avventura cominciata con la prima guerra in Iraq e culminata nell’assalto a Capitol Hill. Ha seguito Domenico Starnone, già premio Strega nel 2001 con ’Via Gemito’, con ’L’umanità è un tirocinio’ (Einaudi), una vera e propria autobiografia intellettuale. Intervista di Antonio Gnoli. Ha chiuso Dacia Maraini, premio Strega e dal 2014 candidata al Nobel per la Letteratura, con ’Vita mia. Giappone, 1943. Memorie di una bambina italiana in un campo di prigionia’ (Rizzoli), intervista di Lorenza Foschini.
Domenica l’ex pm Teresa Principato ha dato inizio all’ultimo pomeriggio con ’Siciliana. Cronache di una vita di donna e magistrato in prima linea’ (Fuoriscena), intervista di Silvia Grassi. Poi Claudio Tito con ’Nazione Europa. Perché la ricetta sovranista è destinata a finire’ (Piemme), intervista di Franco Bechis. Fabrizio Biasin ha divertito il pubblico con il suo ’Odio il calcio. Perdibili storie di formazione e pallone’ (Sperling&Kupfer), intervista di Carlo Genta.
A chiudere il festival, davanti a una grande folla, è stato il procuratore Nicola Gratteri, che ha presentato il ’Grifone. Come la tecnologia sta cambiando il volto della ‘ndrangheta’ (Mondadori), il racconto di come la ‘ndrangheta agisca su scala globale. Intervista di Enrico Bellavia.
Stefano Magi