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Trump-Harris, la sfida: "Un pugno di voti fra i due candidati"

Stasera la nottata elettorale all’Università per seguire le presidenziali con docenti, esperti e giornalisti ad analizzare regole del gioco e risultati.

Trump-Harris, la sfida: "Un pugno di voti fra i due candidati"

È la notte del voto Usa, per scegliere tra Donald Trump e Kamala Harris

"La corsa alla presidenza Usa finirà all’ultimo chilometro, con esito solo a fine mattinata del 6 novembre e per un pugno di voti in più dell’uno sull’altro candidato", prevede il professor Luca Verzichelli, ordinario di Scienze politiche e promotore della nottata al Santa Chiara Lab dell’Università per seguire l’election day negli Stati Uniti. Dalle 23 di stasera, docenti, esperti e giornalisti in collegamento e in presenza, ci accompagneranno tutta la notte fino ai risultati del voto presidenziale americano, analizzando la campagna di comunicazione, la sfida dei diritti , il peso e le conseguenze del voto, le ‘regole e la posta del gioco’ come dice il professor Verzichelli.

Perché tanta attesa per il voto Usa anche in Italia?

"L’attenzione sulla politica mondiale risente del momento. In questa fase c’è una valanga di notizie in arrivo da tanti fronti: dalle zone di guerra, dalla Spagna dove re e ministro sono stati presi a lanci di fango. Ebbene, seppur a volte si esageri sulla percezione del peso dell’elezione del presidente Usa, certo il voto americano è sempre moto seguito. Tanto più oggi, alla vigilia di nuovi scenari nella politica internazionale".

Quali?

"Con la rielezione di Donald Trump si potrebbe pensare ad un minor impegno americano in Europa, anche militare nelle varie zone di guerra. Ma questo non vuol dire che gli Usa si sfileranno dalla Nato e dagli impegni presi, piuttosto penso si potrebbe aprire una nuova fase di negoziazione fra Usa ed Europa. Con Kamala Harris presidente la situazione sarebbe speculare: da vicepresidente attuale, dovrebbe andare avanti sulla linea della continuità. Ma non potrà trascurare le riflessioni poste dall’area trumpiana. In tutti i casi credo che sia venuto il momento di pensare da soli ai nostri confini, quelli europei, e ad un nuovo ruolo degli Usa".

Alla vigilia del voto c’è chi scrive di un leader volgare e di una candidata debole, è così?

"Harris fin dall’inizio nei sondaggi non è apparsa così forte né amatissima. Poi è una donna e, seppur si sia fatto tanto in termini di diritti, il tetto di cristallopurtroppo c’è ancora, in tutte le società. Detto questo, è stata candidata sull’onda emotiva post Biden. Non la definirei debole, anche se non ha i vantaggi del candidato presidente in carica. Trump da parte sua non è forte, ma fa affidamento sullo stile arrogante, bullesco; sull’idea che solo il leader che si mostra forte e ricco può rendere forte e ricco il proprio Paese".

Cosa dicono gli ultimi sondaggi?

"Ci sono Stati polarizzati: alcuni affezionati al candidato democratico e gli altri al repubblicano. Qui il voto è stabile, il vantaggio solido. Poi ci sono una decisa di Stati in bilico, che nelle ultime settimane sono andati a singhiozzo, da una parte all’altra: prima ha guadagnato consensi Trump, poi Harris si è rifatta sotto con le ultime uscite, rovesciando il pronostico, pur con un vantaggio risibil".

Quale è la sua previsione?

"Lo scarto sarà di due punti, si giocherà fra 49 e 51%. L’esito sarà all’ultimo voto, ma Kamala ha una buona chance rispetto a due settimane fa".

Paola Tomassoni