
Siena, 16 novembre 2023 – Gli incidenti era il ’core business’ della vicenda giudiziaria. Accaduti sia in città che in provincia, dalla Valdelsa ai comuni nei dintorni del capoluogo. C’era una sorta di copione collaudato, questo ritiene la procura, che consentiva di ottenere risarcimenti in denaro non dovuti da parte delle assicurazioni che li liquidavano basandosi su documenti risultati falsi. Erano 41 gli episodi ricostruiti dagli investigatori relativi al periodo fra il 2014 e il 2018 e ben 30 gli indagati a vario titolo per i reati di falso aggravato e truffa. Una maxi-inchiesta che ha visto ieri pomeriggio, dopo varie udienze fiume davanti al gup Chiara Minerva, l’epilogo. C’è stata la discussione da parte dei tanti difensori, da Carla Guerrini a Carlo Pini e Alessandro Buonasera, gli ultimi due legali dei principali accusati, un infermiere e il titolare di un’agenzia di pratiche infortunistiche che dovranno ora affrontare il processo. Il pubblico ministero Valentina Magnini (inizialmente l’indagine era stata seguita da Nicola Marini) ha chiesto il non luogo a procedere per molti perché è intervenuta la prescrizione per i primi 26 dei 41 capi di imputazione in quanto relativi a fatti precedenti al 15 maggio 2016. Per tutti gli altri invece il rinvio a giudizio. Una tesi accolta dal giudice per cui sono usciti di scena 16 imputati mentre per tre è stata concessa la messa alla prova. Per i restanti 11 si celebrerà il processo a partire da febbraio. Tutte le più grandi compagnie assicurative, almeno una decina, si sono costituite parte civile.
I casi saranno sviscerati nel dibattimento cercando, per esempio, di chiarire se, come sostiene l’accusa, venivano davvero aggravate le lesioni conseguenza di un incidente falsificando prove e creando atti relativi alla vicenda. Erano anche emersi referti su presunte visite ortopediche ed esami ad un arto poi risultati inesistenti perché non solo non risultavano nell’archivio elettronico delle Scotte ma anche il dottore di cui recavano la firma era all’oscuro di tutto. Così come i medici legali delle assicurazioni che stabilivano i soldi da liquidare.