Trecciolino e Bellocchio Generazioni di Palio

Una foto una storia Luigi e Enrico Bruschelli, padre e figlio a cavallo. Il primo ha alzato il livello del professionismo, il secondo ha ascoltato la lezione

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Due generazioni di uomini del Palio visti da Augusto Mattioli. La famiglia Bruschelli prima che iniziasse un dualismo in piazza. La passione si trasmette, il professionismo si impara. Fra tra qualche decennio ci sarà chi racconterà questo passaggio di consegna, ma anche la difficoltà per un figlio di porterà un cognome importante ma che qualche volta può essere anche scomodo.

Trecciolino e Bellocchio, talvolta distante e talvolta vicini e non solo per la stretta parentela. Il mondo del Palio è spietato: ti innalza e ti rende eroe, il giorno dopo già ti trova difetti e quello ancora comincia a dimenticarti. Vincere ti mantiene vivo ma quando la fortuna ti abbandona, allora torni ad essere uno dei tanti.

Per fortuna il mestiere significa anche preparare cavalli, circondarsi di giovani promesse, offrire importanti consulenze. Per Enrico Bruschelli non sarà mai facile ma può farcela ad avere una propria vita professionale. Già dimostra di averla con dignità e coerenza. I consigli del padre Luigi saranno ovviamente utilissimi, indispensabili. Ma dovrà sempre combattere con la diffidenza del figlio del grande campione. Per diventarlo dovrà lottare più di altri. Intanto mostra grinta e coraggio, personalità e tanta voglia non più di emergere, quanto di fare un suo autonomo percorso. Dalla sua ha l’età, la possibilità di vivere a pieni polmoni un Palio diverso da quello del padre, di avere fin da giovanissimo una bella esperienza in fatto di allenamento di cavalli. Insomma, la possibilità di non sbagliare. Ci sono tanti esempi nella storia del Palio di padri e figli, che magari quando hanno corso insieme si sono combattuti oppure ignorati.

Eppure crediamo a quanto amore ci ha messo Luigi Bruschelli per insegnare al figlio non solo i fondamentali del fantino, ma come muoversi in questa difficile foresta dei giochi palieschi. Con Luigi il Palio, come successe con Ciancone, poi con Aceto e poi con il binomio Pes-Cianchino, è nuovamente cambiato. La gestione quasi maniacale delle sue azioni sono state una lezione per tutti, in primis per le nuove generazioni di fantini. Oggi molti giovani sono passati dalle loro scuderie e hanno "rubato" tante nozioni, tanti modi di vivere l’essere fantino. Da un Bruschelli ad un altro. Il secondo deve ancora vincere ma ricordiamoci quanto dovette penare il padre per alzare il primo nerbo.

Massimo Biliorsi