
Tracce di duomo romanico dove sorge la Cattedrale. La finestra del XII secolo
Un duomo romanico dove adesso sorge la cattedrale di Siena. Il colpo di scena è arrivato alla fine, come in ogni buon giallo, quando a conclusione del convegno ‘Marmi, terre, pigmenti dal Duomo di Siena al Museo dei Fisiocritici: impieghi, conservazione, restauri, nuove scoperte’, all’Accademia dei Fisiocritici, lo storico dell’architettura Fabio Gabbrielli, del dipartimento di Scienze storiche dell’ateneo, ha annunciato la novità che, se sarà confermata, sarà una scoperta di portata rivoluzionaria. Ossia il rinvenimento di una monofora di età romanica in un ambiente attiguo alla navata sinistra del Duomo. Un elemento costruttivo, di dimensioni ragguardevoli, che per la sua struttura e la natura muraria fa pensare all’esistenza di un duomo romanico preesistente all’attuale, risalente al XII-XIII secolo.
La monofora, una finestra di oltre due metri con un’unica apertura, è stata poi utilizzata per la realizzazione di una canna fumaria. L’originaria parete del Duomo, che si trova inglobata all’interno del palazzo arcivescovile, potrebbe aprire un percorso importante per riportare alla luce un pezzo di storia senese. Occasione dell’annuncio, il convegno che ha visto riunite per la prima volta l’Accademia dei Fisiocritici, l’Università, l’Opera della Metropolitana e la Soprintendenza, il cui scopo era mettere in relazione le connessioni tra le varie istituzioni, come sottolineato dal presidente dei Fisiocritici, Giuseppe Manganelli. Che ha ricordato il collegamento fra il Duomo e il Museo di Storia Naturale dove sono esposti campioni di materiali impiegati nel monumento. Sono intervenuti il rettore dell’Opera, Giovanni Minnucci; il rettore dell’Università, Roberto Di Pietra; il soprintendente, Gabriele Nannetti. A seguire gli studiosi, con la descrizione geologica del territorio senese e dell’area del Duomo curata dal geologo Enrico Tavarnelli. Poi i petrografi Sonia Mugnaini e Marco Giamello. A illustrare gli interventi di Opera del Duomo sulla cattedrale, l’architetto Enrico De Benedetti, mentre ancora Giamello ha descritto le mappature dei materiali e del relativo stato di conservazione del pavimento marmoreo che vengono riportate su un sistema informativo utile per interventi di restauro.
In conclusione, la novità del possibile tempio romanico. "Il concorso di tanti studiosi e professionisti – dichiarano gli organizzatori - ha contribuito a gettare nuova luce su un monumento unico al mondo che se da un lato, per la sua bellezza, continua ad attrarre milioni di turisti, dall’altro per i tanti profili scientifici che lo caratterizzano, continua ad attrarre studiosi e professionisti per individuare le migliori tecniche conservative".
Riccardo Bruni