Tentata estorsione a luci rosse: "I soldi o svelo la relazione"

Coppia che vive in provincia di Firenze sotto processo anche per truffa. La vittima un uomo di Poggibonsi di 59 anni. I primi testimoni a dicembre

Due persone a processo per una tentata estorsione 'a luci rosse'

Due persone a processo per una tentata estorsione 'a luci rosse'

Siena, 21 settembre 2023 – Era pronta a tutto. Dopo aver illuso l’uomo – un 59enne di Poggibonsi con cui aveva avuto una relazione mirata soltanto a spillargli denaro – il ricatto a luci rosse. Se non le avesse versato la cifra che chiedeva avrebbe rivelato il rapporto fra di loro alle persone che più gli stavano a cuore. A partire da un’associazione per cui svolgeva volontariamente alcune mansioni. Tanto è bastato a gettare l’uomo nel panico, anche se prima aveva consegnato, sia in contanti ma anche attraverso ricarica Posta Pay, addirittura 50mila euro. Così sono finiti nei guai per truffa e per tentata estorsione un uomo e una donna, marito e moglie, che vivono in provincia di Firenze, rispettivamente di 52 e 48 anni. A dicembre si aprirà il dibattimento, così ha deciso ieri il giudice. La parte offesa è assistita dall’avvocato Manfredi Biotti.

Era stata abile, la donna, ad entrare nel cuore del 59enne che è una persona dai sentimenti semplici, ha anche necessità di supporto. La 48enne nel 2019 si era fatta avanti, raccontando al poggibonsese i suoi problemi familiari che, in realtà, erano solo l’esca per attrarre l’uomo. Non aveva denaro, sosteneva, unitamente al fatto che era separata dal coniuge. Un castello di bugie nel quale alla fine aveva creduto, intessendo una relazione sentimentale. Questo, secondo la ricostruzione della procura, era servito per spillare una cifra importante alla vittima, inducendolo a fare diversi versamenti di denaro dal 2016, per circa tre anni. Si era spinta oltre, le servivano soldi. Voleva oltre 4mila euro. Se lui non l’avesse assecondata sarebbe uscita all’esterno la relazione. E questo l’avrebbe forse messo male con l’associazione per cui faceva dei lavoretti che gli piacevano ed era una seconda famiglia. Il tentativo, comunque, non era andato in porto. Così come non aveva dato loro 250 euro pretesi sempre per pagare il loro silenzio con gli amici e i conoscenti.

Morale: il caso è finito sul tavolo del commissariato di Poggibonsi , sono stati svolti accertamenti sugli intestatari delle poste pay, analisi dei tabulati, copia degli screenshot, delle chat e delle immagini, anche i conti correnti del raggirato.