
La novità è in arrivo con la legge di bilancio che deve passare al vaglio parlamentare: per sindaci, vicesindaci, assessori, presidenti dei consigli comunali sono arrivo aumenti in alcuni casi anche cospicui.
Un cambiamento che arriva a oltre venti anni dall’ultimo adeguamento dei compensi e che potrebbe rivoluzionare anche l’attrattività di cariche ora spesso pagate in modo spesso considerato insufficiente per il carico di responsabilità e rischi che portano con sé. Per fare l’esempio del capoluogo, è previsto che il sindaco di Siena passi da 4.509 euro lordi a 9.660 nel 2024, con un incremento graduale del 114 per cento, passando da 6.850 nel 2022, e 8.210 nel 2023. Stesso incremento per il vicesindaco (da 3.382 a 7.245), assessori e presidenti del consiglio comunale (da 2.705 a 5.796).
I cambiamenti riguarderanno tutti i Comuni, anche se in proporzione molto più ridotta per quelli con meno abitanti. Da 10 a 30mila abitanti (Poggibonsi, Colle Val d’Elsa, Sinalunga, Montepulciano, mentre Sovicille balla intorno ai diecimila abitanti, bisognerà capire quale rilevazione verrà presa in considerazione), l’aumento al momento previsto è del 55 per cento: da 3.114 a 4.830 euro per i sindaci, i vice da 1.713 a 2.657 euro, gli assessori e i presidenti del consiglio comunale da 1.401 a 2.174 euro.
E via a seguire, con altre quattro categorie. Da 5 a 10mila abitanti (Sovicille appunto in bilico, Abbadia San Salvatore, Asciano, Castelnuovo Berardenga, Chianciano Terme, Chiusi, Montalcino, Monteriggioni, Monteroni d’Arbia, San Gimignano, Torrita di Siena) il sindaco passerà da 2.510 a 4.002 euro lordi; da 3 a 5mila (Buonconvento, Piancastagnaio, Rapolano Terme, Sarteano) il primo cittadino nel 2024 guadagnerà 3.036 euro rispetto ai 1.952 attuali.
Da mille a tremila abitanti (Casole d’Elsa, Castellina in Chianti, Castiglione d’Orcia, Cetona, Chiusdino, Gaiole in Chianti, Monticiano, Murlo, Pienza, Radda in Chianti, Radicofani, San Casciano Bagni, San Quirico d’Orcia, Trequanda) il sindaco passerà da 1.659 a 2.208 euro, e la stessa cifra andrà a chi guida i Comuni sotto i mille abitanti (Radicofani).
Da segnalare inoltre che il Parlamento, salvo sorprese, dovrebbe dare il via libera alla riforma che consentirà il terzo mandato, un provvedimento richiesto con forza in molte piccole località dove è complicato individuare vertici delle amministrazioni. Altra questione, molto più politica, è la proposta del primo cittadino di Firenze Dario Nardella che si è spinto a ipotizzare il terzo mandato per tutti i Comuni, mentre adesso i sindaci dopo due elezioni e quindi dieci anni al vertice non possono proseguire nell’incarico senza interruzioni.
La proposta che arriva in Parlamento sui compensi per sindaci e assessori sembra in qualche modo in antitesi con la trentennale polemica anti-casta, che in realtà ha colpito molto più gli amministratori locali che non i parlamentari nazionali per non parlare di quelli europei, ai vertici continentali per buste paga.