LAURA VALDESI
Cronaca

Siena, violenza fra i giovani. E' il nuovo fenomeno

Il capo della Mobile Signorelli e il sovrintendente Meli svelano il dietro le quinte. «Presto per valutare le ricadute del lockdown: emerge la punta dell’iceberg»

Il sovrintendente Meli e il capo della Mobile Signorelli

Siena, 26 novembre 2020 - «Sconvolgenti». E’ l’aggettivo che viene naturale al sovrintendente capo Maria Concetta Meli quando pensa ai racconti, alle violenze e ai maltrattamenti. Alla sofferenza che passa sotto i suoi occhi e che cerca di lenire per condurla sulla strada della rinascita, dopo il buio della paura. Un mondo dove si sfruttano le debolezze delle persone, in cui prevale l’aggressività e che affonda nel disagio sociale. «Se le violenze, in linea generale, emergono più di frequente a Siena fra gli stranieri è perché spesso si tratta di situazioni seguite per vari motivi da altri servizi, quelli sociali per esempio», mette le mani avanti la poliziotta. Che appartiene alla seconda sezione della Squadra Mobile della questura addetta ai reati contro la persona, i minori e le discriminazioni. «Non c’è tuttavia una tipologia precisa di vittime – aggiunge subito dopo –, soprattutto non dipende dall’estrazione sociale ma è trasversale».

Parla di Siena, non è un’analisi nazionale quella del sovrintendente Meli. Racconta, senza nomi e riferimenti, cose che avvengono accanto a noi. Ogni giorno. «Una cosa è certa: in alcuni casi il poliziotto che indaga si immedesima nella situazione drammatica vissuta dalle persone. Una vicinanza che non ci porta mai, però, a perdere di vista verifiche e approfondimenti per far risaltare la verità», si inserisce il dirigente della Mobile Riccardo Signorelli

Uno sguardo dietro le quinte di violenze e abusi che sovente si conoscono nel loro dolore solo quando arrivano davanti al giudice. «Non dobbiamo lasciarci ingannare dai dati dei casi denunciati, in diminuzione, perché si stanno iniziando ora a vedere gli effetti del lockdown in famiglie costrette a vivere gomito a gomito. Solo la punta dell’iceberg, in futuro ne comprenderemo appieno le ricadute», prosegue Meli. Difficile che la donna picchiata bussi alla porta della questurae denunci l’inferno vissuto. Quando accade la molla è il timore per i propri figli, più che per sé. «Di solito ci arrivano segnalazioni dalle associazioni che tutelano donne e minori, anche dal Codice rosa che viene attivato in ospedale quando vedono persone malmenate, ferite, o peggio ancora che hanno subito violenza sessuale», spiegano alla Mobile. «Ma un ruolo importante viene svolto anche dal 113 quando la Volante interviene magari su liti o discussioni. Non solo viene seguito un protocollo con l’inserimento di dati che emergono qualora si verifichino lì nuovi episodi, c’è anche un’attenzione ai particolari che risulta poi preziosa per attivare successive indagini». 

Un fenomeno emergente, con cui Siena fa i conti, è la violenza fra adolescenti. «Anche nel gestire il rapporto con la fidanzatina – conferma Meli –; questo momento di compressione dei ragazzi nelle loro attività, collegato all’emergenza sanitaria, ha fatto sì che il fenomeno si manifestasse in maniera particolare. Si manipolano fra di loro con la violenza, cercano di predominare sui coetanei meno strutturati, ma non per questo incapaci di tessere rapporti, con la sopraffazione. A volte le ragazze non se ne rendono conto e accettano tali comportamenti considerandoli naturali».