
Il presidente del Cai Soldati, due volontari e Francesco Nencini
Siena, 20 gennaio 2019 - In mezzo ai faggi dell’Amiata. Con le ciaspole, circondati solo dalla neve. Per ore. Tre, forse anche quattro. Una sfida per i ragazzi di ‘Casa Clementina’ che da qualche anno imparano ad essere autonomi nonostante la disabilità. Lo è anche per i volontari senesi del Cai (Club alpino italiano) che si mettono in gioco con un’iniziativa singolare. Che fa bene a questi ultimi «perché l’impegno nel sociale è un valore nostro e insito nel dna della città», sottolinea il presidente Riccardo Soldati. «Quanto ai giovani, ci aspettiamo per loro dal progetto coordinato da Stefano Carli e Massimo Vegni un’iniezione di autostima, senza considerare che fare sport tonifica la salute fisica e mentale. Potranno inoltre confrontarsi con esperienze nuove», si inserisce Francesco Nencini. E’ responsabile di ‘Asedo’, l’associazione che unitamente alle ‘Bollicine’ e alla Pubblica Assistenza ha dato vita a quel gioiello che è appunto Casa Clementina. La struttura a Porta Tufi, che le Contrade hanno preso sotto l’ala protettiva, accoglie attualmente una trentina di ragazzi dai 20 ai 30 anni diversamente abili. Ma che sprizzano energia da tutti i pori. E non attendono altro che mettersi alla prova con il mondo che li circonda, oltre che con la vita autonoma sperimentata nel grande appartamento a loro disposizione nella colonica dell’Asp di via Mattioli. «Che – annuncia Nencini – presto crescerà allungandosi ad un’altra ala del palazzo, attigua e dove troveranno collocazione i giovani che hanno consolidato un maggiore grado di autonomia».
E’ scoccata insomma la scintilla fra i volontari di ‘Clementina’ e il Cai-sezione di Siena. Il risultato? La ‘montagna-terapia’, ossia un progetto che sfrutta la proprietà curativa dell’immersione dell’essere umano nell’ambiente. «Il 9 febbraio è prevista, neve permettendo, la prima escursione sull’Amiata con bastoncini e ciaspole. Le forniremo noi ai ragazzi di Casa Clementina. Una full immersion guidata tra i faggi che prevede un percorso con due gruppi, a seconda della loro velocità. Ad accompagnarli un paio di volontari del Cai ed altrettanti operatori della struttura di porta Tufi», spiega Soldati.
Solo la prima delle quattro escursioni legate alla ‘montagna che cura’. E rivolta a questo particolare target. «Si replica il 18 maggio, in notturna, in concomitanza con la luna piena, nel paesaggio magico delle Crete. I ragazzi dormiranno poi una notte fuori quando l’8 e il 9 giugno la meta sarà la Capanna del Troscione, un rifugio Cai nel comune di Massa Marittima dove cucineranno, puliranno e lavoreranno in gruppo. Infine, ad ottobre, l’uscita sul monte Lambro, fra Amiata e Maremma. Non resta che fare il conto alla rovescia. «Sono entusiasti, non vedono l’ora», annuisce Nencini.
Volontariato, che grande risorsa per Siena. Forse un po’ sotto traccia, ma il fuoco è vivo.